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veneto
08.05.2024 - 09:22
L'incursione dei lupi nelle contrade di Erbezzo, in Lessinia, ha destato preoccupazione e stupore. Due cani sono stati sbranati in una settimana, un terzo è stato salvato dalla proprietaria che ha scacciato i due lupi giunti nottetempo sotto casa sua. Un fenomeno che, seppur minoritario rispetto alle predazioni di capi di bestiame, desta preoccupazione per la vicinanza degli attacchi all'abitato.
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Luigi Molinari, studioso dei grandi carnivori italiani e tecnico faunistico del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, ha offerto la sua analisi sul fenomeno. Secondo Molinari, non è un’abitudine generalizzata nella popolazione dei lupi attaccare i cani, ma può capitare che qualche esemplare individui il cane da compagnia, soprattutto di taglia medio-piccola, come una preda facile.
A volte, precisa l’esperto, a praticare la predazione sono lupi in difficoltà, menomati o malati, che non riescono a cacciare animali selvatici o di grossa taglia; ma altre volte sono esemplari del tutto sani. In Pianura Padana, per esempio, sono stati osservati fattori predisponenti alla predazione degli animali da compagnia. Tra questi, la familiarità che i lupi acquisiscono con le attività umane, frequentando i dintorni di stalle e allevamenti per mangiare resti animali, come placente o vitelli morti.
Il lupo, in espansione in tutta Italia per l’effetto combinato della sua grande adattabilità e della protezione dalla caccia, si avvicinerà sempre di più ai luoghi antropizzati. Non solo in montagna, ma anche nei centri maggiori. È già successo a Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna, dove i lupi si trovano a cinque minuti d’auto dalla città.
Lupi a ridosso delle case significa pericolo per l’uomo? Secondo Molinari, non è un’equazione che si può fare, non essendo supportata dalla letteratura scientifica mondiale. Una persona che si aggirasse, anche di notte, nei territori di caccia dei lupi non rischierebbe di più che in altre zone.
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