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FICAROLO

Un recupero davvero da record

Lo ha eseguito l’apicoltore del luogo Pierpaolo Lorenzoni, supportato dai vigili del fuoco

Un recupero davvero da record

E stato un recupero davvero inusuale, quello avvenuto nella giornata di sabato da parte dell’apicoltore ficarolese Pierpaolo Lorenzoni, chiamato per un importante sciame di api da recuperare nel giardino dell’abitazione del fratello Lorenzo, in via Ercole Sarti. Pierpaolo, tecnico di Apimarca, una delle associazioni di apicoltori più importanti dell’intera penisola, è spesso chiamato per recuperare sciami di api nella nostra provincia e, molte volte lo fa in collaborazione con i vigili del fuoco che mettono a disposizione la loro attrezzatura e mettono in sicurezza la zona durante il recupero.

Anche in questo caso, sul posto si sono recati i vigili del fuoco di Castelmassa che con il loro camion con cestello telescopico, hanno portato Pierpaolo all’altezza necessaria per operare nella massima tranquillità. Sono molti i recuperi eseguiti in questi anni da Pierpaolo e dagli altri apicoltori della zona: siepi, rami di alberi, marciapiedi, muri, tetti, comignoli delle case, dentro le canne fumarie, all’interno dei cassoni delle tapparelle, sotto le tegole del tetto o semplicemente appoggiate per terra. Un po’ ovunque.

“La gente non deve avere paura. Le api potrebbero anche essere solo di passaggio e, dopo poco, potrebbero andarsene – ci spiega lo stesso Pierpaolo - La cosa migliore da fare è avvertire i vigili del fuoco che contatteranno un apicoltore di zona per il recupero dello sciame o, ancora meglio, contattate l’apicoltore del paese o quello più vicino a voi”. “La sciamatura è fenomeno naturale – continua - Fa parte del ciclo vitale delle api e rappresenta il modo in cui il ‘superorganismo – alveare’ si riproduce. La tendenza alla sciamatura può essere una caratteristica ereditaria dell’ape mellifera, ma può essere caratterizzata anche da fattori interni ed esterni”.

Tra le principali cause interne all’alveare vi sono sicuramente l’età della regina non più giovanissima perciò poco produttiva, lo spazio dell’arnia diventato ormai non consono al continuo sviluppo della famiglia”. “Ma anche le malattie possono incidere su questo fenomeno – continua - alcune di esse, infatti, possono essere una vera e propria causa di sciamatura. Mentre tra i fattori esterni, i principali sono il clima, l’inizio di giornate con temperature miti ogni giorno sempre più elevate unita all’umidità, l’abbondanza o meno di raccolto di fioriture circostanti o la posizione dell’arnia rispetto al sole. È però importante segnalare che la maggior parte di queste cause sono riconducibili alla presenza o meno del feromone della regina: meno è presente più alte saranno le probabilità di sciamatura”.

La maggior parte degli sciami che recuperiamo - conclude - sono usciti da arnie di altri apicoltori che per vari motivi non sono stati recuperati. In natura, ormai, gli sciami d’api sono rari anche a causa del cambiamento climatico e l’uso improprio di pesticidi nelle colture. Le api mellifere sono fondamentali nella catena alimentare e se scomparissero, con loro se ne andrebbero migliaia di specie vegetali”.

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