VOCE
L'incontro
14.05.2024 - 20:47
Carla Gatto, nonna di Giulia Cecchettin, presenta il suo romanzo e racconta il dolore per la morte della nipote. Ed ammette di non essere ancora in grado di perdonare chi ha ucciso Giulia. Un dolore che ancora mi spezza”.
Per gli appuntamenti di “La cultura in vetrina” al Centro commerciale La Fattoria, ieri pomeriggio, Carla Gatto ha presentato la sua ultima fatica letteraria nonché il suo primo romanzo intitolato “Con lo zaino in spalla e...”, una storia tutta al femminile, la cui protagonista, Emma, si trova ad affrontare le sfide della vita.
La giornata è stata introdotta da Danilo Turcato, presidente dell’associazione Barbujani, a coordinamento degli eventi, mentre l’incontro è stato moderato dalla giornalista Giorgia Brandolese. La chiacchierata è stata intervallata dalle musiche alla fisarmonica del maestro Bruno Paganelli.
“Ho voluto scrivere la storia di Emma - racconta Carla Gatto - perché da sempre sento una predilezione per le storie al femminile. Le donne, sin da quando sono piccola, sono la mia fonte principale d’ispirazione perché ho sempre anelato a valori quali la libertà, l’indipendenza e l’emancipazione. La storia di Emma ruota appunto attorno a questi grandi temi che devono essere propri delle donne. È una storia di sorellanza come quella che la protagonista intreccia con Aurora, compagna di confidenze e di lavoro. Ma è anche la storia di difficoltà multiple che derivano da un contesto familiare complesso dal quale Emma si staccherà”.
A seguire un momento di riflessione riguardante la violenza contro le donne che, purtroppo, ancora oggi è argomento quotidiano, a partire dalla tragica esperienza che ha toccato Carla Gatto, con la perdita dell’amatissima nipote Giulia Cecchettin per femminicidio.
“C’è ancora tanto da fare - dice Carla Gatto - e bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica perché è da cambiare la mentalità di tutti, ancora ancorata nel passato. Ci sono state tante polemiche, sì, sembra che tutti vogliano insegnarti a dimostrare il dolore. Io il dolore lo tengo dentro di me, mi spezza, è grande, ma non ho bisogno di esternarlo. E poi il perdono, quello ancora no, non me la sento di darlo. Non lo so se in futuro ciò cambierà, ma non posso perdonare un assassino che ha rovinato la vita della nostra famiglia e, soprattutto, quella di Giulia”.
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