VOCE
lo studio
16.05.2024 - 22:42
E’ di 154 euro in più a famiglia all’anno il “costo” medio stimato dell’inflazione per ogni famiglia rodigina. Tutto sommato poca cosa rispetto ai rincari pesantissimi del recente passato, ma anche a quelli che si registrano nel resto del Veneto, prima regione per tasso d’inflazione ad aprile.
Dall'elaborazione dell'Unione consumatori sui dati territoriali dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività di aprile, diffusi ieri dall'Istat, emerge infatti che in testa alla classifica delle regioni più “costose”, con un'inflazione annua a +1,3%, c'è il Veneto che registra a famiglia un aggravio medio pari a 324 euro su base annua. Segue la Toscana, dove la crescita dei prezzi dell'1,2% implica un'impennata del costo della vita pari a 297 euro, terza l'Emilia Romagna con un +1% che equivale a 264 euro. Le regioni più “economiche” sono Valle d'Aosta, Molise e Abruzzo, le sole in deflazione, ovvero quelle nelle quali i prezzi registrano un arretramento.
Rovigo, con un'inflazione che ad aprile è arretrata del -0,2% rispetto a marzo e quella annua che si è così attestata sullo 0,6%, nella classifica dei rincari nei capoluoghi italiani si trova in 43esima posizione, al di sotto della media nazionale dello 0,8%, mentre nella classifica regionale è all'ultimo posto, e in questo caso è buona cosa, insieme a Verona, analogamente allo 0,6%, mentre Belluno con il +1% ed una maggior spesa stimata per famiglia di 240 euro è al terzultimo posto in Veneto e al 29esimo in Veneto, preceduta da Vicenza, con il +1,2% e 308 euro in più, che valgono il 14esimo posto in Italia, da
Treviso, con +1,4% e 360 euro in più, 12esima, e da Padova, settima in Italia con un tasso di inflazione annuo di 1,5 e un rincaro medio a famiglia di 386 euro. Ben oltre il doppio rispetto alla vicina Rovigo.
A trascinare verso l'alto il costo del “paniere” in Veneto, però, è soprattutto Venezia, prima assoluta in Italia per i rincari: l'inflazione pari all'1,9%, spiega l'Unione consumatori, “si traduce nella maggior spesa aggiuntiva su base annua, equivalente in media a 501 euro per una famiglia veneziana”. Si tratta di più di tre volte il rincaro medio per famiglia rodigina.
Tornando alla classifica nazionale delle città con i maggiori rincari, al secondo posto c'è Siena, dove il rialzo dei prezzi dell'1,9% determina un incremento di spesa annuo pari a 485 a famiglia. Terzo gradino del podio per due, Parma e Rimini, che con +1,6% hanno una spesa supplementare pari a 435 euro annui per una famiglia media. Appena fuori dal podio, invece, Milano con +1,4%, pari a 400 euro, poi Firenze, +1,5%, +392 euro, Trieste, +1,6%, +391 euro e Padova. Ottava Benevento con la seconda inflazione più elevata d'Italia, +1,8%, ma con rincari per famiglia stimati dall'Unione consumatori in 385 euro. Chiudono la top ten Arezzo, +1,5% e +383 euro, e Napoli +1,7% e +375 euro, terza in Italia in quanto a inflazione. “Nella graduatoria delle città più virtuose d'Italia – nota l'Unione consumatori - vincono 3 delle 8 città che sono in deflazione: al primo posto Aosta dove la deflazione più alta d'Italia, pari a -0,9% si traduce nel maggiore risparmio pari per una famiglia media a 234 euro su base annua, medaglia d'argento per Imperia, dove la diminuzione dei prezzi dello 0,6% determina un calo di spesa annuo pari a 134 euro per una famiglia tipo; sul gradino più basso del podio delle città più risparmiose, Caserta che con -0,5% ha un taglio delle spese pari a 107 euro annui a famiglia”.
Da parte sua l'Istat spiega che “ad aprile l’inflazione torna a scendere, riportandosi allo stesso livello di gennaio e febbraio: +0,8%. La lieve decelerazione risente perlopiù della dinamica tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-13,9% da -10,3% di marzo) e dei Servizi relativi ai trasporti (+2,7% da +4,5%). In leggero rallentamento risultano anche i prezzi dei Beni alimentari (+2,4% da +2,7%). Di contro, i prezzi dei beni energetici regolamentati, nonostante il sensibile calo su base congiunturale (-10,1%), mostrano un profilo tendenziale in netta risalita (-1,3% da -13,8%). Continua a scendere, anche ad aprile, il ritmo di crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+2,3% da +2,6%), mentre l’inflazione di fondo si attesta al +2,1% (da +2,3%)”.
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