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IL CASO

"Fleximan è lui": la tesi della Procura

Sotto inchiesta un 42enne militante di estrema destra

"Fleximan è lui": la tesi della Procura

Fleximan sarebbe lui. O, perlomeno, sarebbe l'autore di 5 dei colpi complessivi, otto, che potrebbero essere attribuibili nella nostra provincia al "vendicatore" che per mesi ha imperversato in Polesine, segando alla base, con l'ausilio di un flessibile, gli autovelox.

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Questa la tesi della Procura e dei Carabinieri di Adria, all'esito di una perquisizione in un B&B di Ariano dove dimora Enrico Mantoan, 41 anni, militante di destra piuttosto noto in Polesine, avendo anche rivestito l'incarico di segretario provinciale di Forza Nuova.

A risultargli "fatale", dal punto di vista investigativo, sarebbe stato il raid contro il velox fisso in Romea di Rosolina Mare, del quale, come era emerso immediatamente, esistevano immagini piuttosto nitide, grazie alla presenza di una buona telecamera di videosorveglianza.

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Questa evidenza, unita ad altri riscontri investigativi, come il tracciamento degli spostamenti tramite le celle telefoniche, ha consentito di potere procedere alla perquisizione, che avrebbe portato a ottenere materiale "interessante", dal punto di vista dei riscontri forniti. Al momento, la Procura contesterebbe, a quanto si apprende, i raid a velox a Bosaro del 19 maggio e del 19 luglio 2023; a Corbola e Taglio di Po la vigilia di Natale del 2023; Rosolina il 3 gennaio 2024.

Siamo, doveroso precisarlo, nella fase delle indagini preliminari e, quindi, è necessaria la massima cautela: questo significa che le ipotesi accusatorie sono, al momento, per l'appunto ipotesi, senza avere ricevuto vagli o riscontri.

Gli episodi di taglio di autovelox in provincia di Rovigo sono stati, come detto, in tutto otto.  Del resto, già nei mesi scorsi era emerso come la serialità fosse stata “esportata” anche altrove, con un effetto emulazione, che potrebbe essersi già innescatosi anche in Polesine, perché seppur la dinamica dei raid sia stata sempre la stessa, potrebbero non essere state sempre le stesse mani ad impugnare il flessibile per tagliare gli otto pali di netto.

Il primo episodio della serie, risale esattamente a un anno fa. Proprio la notte fra il 18 e 19 maggio, infatti, è stata colpita la postazione di rilevamento fisso della velocità al chilometro 51 della Statale 16, che era entrato in funzione il 20 marzo precedente. Un primo assalto al quale ha fatto seguito un secondo abbattimento del velox di Bosaro, il 19 luglio, appena tornato in funzione. Poi, per due volte, è stato segato anche il velox sulla Regionale 482 Altopolesana a Baruchella, attivo dal 12 aprile e abbattuto il 29 maggio e il 2 novembre, così come un doppio assalto ha interessato il velox sulla Provinciale 46 a Mazzorno Destro, il 6 agosto e la notte di Natale, quando è stato colpito anche quello a Corbola, sulla Regionale 495.

L'ultimo a cadere è stato nella notte tra il 3 e il 4 gennaio scorsi, il rilevatore di velocità che si trova sulla Romea, la Statale 309, al chilometro 71,7, nel tratto più meridionale del territorio comunale di Rosolina, poco distante dal ponte sul Po di Levante, puntato verso chi procede in direzione Venezia. Dove una telecamera, che “Fleximan” sembra non aver considerato, l’ha ripreso in azione.

Ora, la notizia dell’iscrizione sul registro degli indagati di un nome. Una mossa che va presa, chiaramente, con tutte le cautele del caso. E le garanzie dovute all’indagato: l’iscrizione del proprio nome sul registro degli indagati non è, infatti, in alcun modo sinonimo di “colpevolezza”.

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