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IL CASO “FLEXIMAN”

Potrebbe non essere finita qui

C'è un indagato, ma non è detto sia l'unico

Potrebbe non essere finita qui

Potrebbe non essere finita qui l’inchiesta su fleximan e sui tagli di autovelox fissi avvenuti in Polesine. Perché il fatto che sul fascicolo giudiziario aperto sul caso sia comparso un nome, non significa necessariamente che questo esaurisca l’attività investigativa e riassuma tutto il quadro della vicenda.

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Anche perché, secondo quanto circolato all’epoca del raid a Rosolina, ai danni dell’autovelox in Romea, quello che senza dubbio è stato “catturato” dalla videoregistrazione della telecamera di sicurezza, ad agire non sarebbe stata una persona sola, anzi. Sarebbero state tre: Fleximan con i suoi due assistenti.

“Tutto avviene così - riportavamo all’epoca su ‘La Voce di Rovigo’, descrivendo la modalità di azione - in meno di un minuto: arriva un’auto, con targa oscurata. A bordo tre persone, a volto coperto. Due scendono, l’auto si allontana. Delle due che ‘attaccano’ il velox, una taglia alla base il palo col flessibile, mentre l’altra lo spinge in maniera da indirizzare la caduta nella direzione voluta. Sempre fuori dalla carreggiata stradale in modo da non causare incidenti che potrebbero aggravare la posizione del ‘tagliatore’. Al momento giusto, torna l’auto e carica i due autori dell’assalto, poi la fuga. Una dinamica che circola anche sui social, descritta in maniera non distante dalla realtà”.

Una ricostruzione che, a oggi, non ha mai ricevuto alcuna smentita. Se confermata, quindi, significherebbe che ci dovrebbero essere altre persone passibili di finire iscritte sul registro degli indagati.

Resta da vedere se sarà possibile, in base agli elementi in mano agli investigatori, riuscire a individuarle.

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Commenti all'articolo

  • diduve

    19 Maggio 2024 - 06:54

    Hanno preso uno a caso per fare notizia

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