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Selfie con Fleximan: la rabbia dei familiari delle vittime della strada

Il caso di Enrico Mantoan, presunto Fleximan, solleva polemiche sulla sicurezza stradale e il rispetto delle regole.

Selfie con Fleximan: la rabbia dei familiari delle vittime della strada

La notizia ha fatto il giro del Veneto e non solo: Enrico Mantoan, un operaio padovano di 42 anni, è stato indagato dalla procura di Rovigo per aver danneggiato cinque autovelox installati nella provincia. Soprannominato "Fleximan", Mantoan è diventato una figura controversa, con alcuni che lo vedono come un eroe e altri come un pericoloso vandalo. Le immagini di persone che chiedono selfie con lui hanno suscitato indignazione, soprattutto tra i familiari delle vittime della strada.

Paolo Battistini, responsabile delle sedi di Padova e Venezia e portavoce per Rovigo dell'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada (AIFVS), ha espresso il dolore e la rabbia di chi ha perso i propri cari in incidenti stradali. "Vedere fotografie di persone con l'indagato è un colpo al cuore. Elogiare chi abbatte i velox è uno sfregio alle vittime", ha dichiarato Battistini. La sua testimonianza è particolarmente toccante: suo figlio Andrea, morto a soli 15 anni in un incidente stradale, avrebbe potuto essere salvato se il conducente del furgone che lo ha investito avesse rispettato i limiti di velocità.

Il caso di Mantoan ha riacceso il dibattito sulla sicurezza stradale e sull'utilità degli autovelox. Secondo Battistini, gli autovelox sono strumenti indispensabili per prevenire incidenti e salvare vite. "A nessuno piace vedersi recapitare a casa una multa, ma ci sono regole che vanno rispettate per il bene comune", ha affermato. Gli autovelox, infatti, vengono installati dopo un'attenta valutazione della pericolosità delle strade da parte delle prefetture, non a discrezione dei sindaci.

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