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Uccisa, smembrata e lanciata nel Po: ora riposa in pace

E’ stata data definitiva sepoltura alla donna trovata a pezzi in una valigia

Uccisa, smembrata e lanciata nel Po: ora riposa in pace

Libera, adesso, può riposare in pace. La Commissione Pari Opportunità di Occhiobello, in sinergia con l’amministrazione comunale è stata promotrice di questa idea. Nei giorni scorsi è stata data definitiva sepoltura alla donna trovata a pezzi in una valigia nel fiume Po più di due anni fa.

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Il Prefetto, in considerazione del fatto che non ci sono state novità per il riconoscimento della donna, da una decina di giorni aveva consentito la sepoltura e l’amministrazione comunale ha deciso di tumulare il corpo di questa donna, vittima dell’ennesimo femminicidio, nel cimitero di Gurzone.

“La sepoltura del corpo della ragazza trovata a pezzi nell’aprile del 2022, trascinata dalla corrente del Po. Il fiume era in secca e la valigia, all’interno della quale sono stati trovati i resti di questa povera ragazza, si è incagliata all’altezza della rotta del Po del 1951. Il ritrovamento è stato, per il protagonista dell’avvistamento, ovviamente drammatico. Un tecnico dell’Aipo ha visto questo oggetto strano incagliato tra i sassi e ha capito subito che all’interno erano presenti resti umani. Allertati immediatamente vigili del fuoco e carabinieri, la salma è stata immediatamente messa a disposizione degli organi inquirenti che hanno ravvisato l’orrendo destino di questa ragazza, caucasica, mutilata negli arti e decapitata, probabilmente per renderne impossibile il riconoscimento”.

Sono trascorsi più di due anni dal ritrovamento e nessun indizio è riuscito ad accostare un nome al corpo martoriato della ragazza: “Non si è saputo nulla, nessuno l’ha reclamata, nessuno l’ha cercata, gli inquirenti hanno diramato il dna e ogni minimo segnale distintivo attraverso l’Interpol ma in questi due anni nessuno ha dato un cenno. Una storia molto triste, è stato disposto che questa ragazza senza nome fosse sepolta nel Comune del ritrovamento”.

Da qui la decisione di dare un minimo di senso a questa triste storia: “L’amministrazione comunale ha quindi provveduto all’inumazione, l’azienda Artigiana Marmi ha donato la tomba e la Commissione Pari Opportunità, in sintonia con il Comune, ha deciso di chiamarla Libera, senza una data sulla lapide. Lei adesso è davvero Libera, abbiamo portato un fiore che è stato deposto all’interno di una piccola cerimonia laica, con la sincera speranza che durante l’anno le donne e gli uomini di Occhiobello possano ripetere questo piccolo gesto, portando un fiore a una donna massacrata e senza un nome. È stato un momento davvero commovente e partecipato, era presente la Commissione Pari Opportunità del Comune di Occhiobello, erano presenti cittadine e cittadini che hanno risposto all’appello e mi auguro davvero che questo luogo diventi meta per tante e tanti che desiderano rendere omaggio a questa vittima della bestialità dei suoi assassini”. Libera, adesso, può riposare in pace, Occhiobello l’ha adottata e la sua storia, ne siamo certi, sarà monito ed esempio per le giovani generazioni.

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