Cerca

FISCO

Nuovo redditometro: lo lancia il Governo

Accertamenti sintetici, doppio contraddittorio e la soglia del 20% per stanare gli evasori

In arrivo decine di migliaia di cartelle esattoriali

Il 20 maggio 2024 segna una data cruciale per la lotta all'evasione fiscale in Italia. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto del viceministro all’Economia Maurizio Leo, il redditometro torna in funzione dopo una sospensione durata dal 2015. Questo strumento, che ha visto la luce per la prima volta nel 1973, è stato riproposto con nuove modalità e parametri, suscitando un acceso dibattito politico e sociale. Ma cosa comporta realmente il ritorno del redditometro e come influenzerà i contribuenti italiani?

Il redditometro è un sistema di accertamento sintetico che mira a determinare il reddito complessivo delle persone fisiche attraverso l'analisi delle spese sostenute. Le voci di spesa censite sono attualmente 56 e coprono una vasta gamma di categorie, dai generi alimentari e bevande, all'abbigliamento e calzature, fino agli investimenti in fabbricati e veicoli. Questo strumento consente di confrontare i guadagni dichiarati con le spese effettive, creando un quadro dettagliato della capacità contributiva del contribuente. Tra le voci di spesa considerate ci sono anche elementi meno ovvi, come gli abbonamenti a pay TV, le iscrizioni a circoli e le spese per il mantenimento di animali domestici. Questo livello di dettaglio permette al fisco di avere una visione completa delle abitudini di spesa dei cittadini, rendendo più difficile nascondere eventuali discrepanze tra reddito dichiarato e spese effettive.

L'accertamento sintetico attraverso il redditometro è ammesso solo se il reddito complessivo accertabile eccede del 20% rispetto a quello indicato dal contribuente nella dichiarazione. Questo significa che il fisco si concentrerà sugli scostamenti più ampi tra quanto ricostruito in base alle spese e agli investimenti e quanto dichiarato. Gli elementi per ricostruire il reddito includono i dati presenti nel sistema informativo dell’Anagrafe Tributaria, i pagamenti tracciati e l'indagine annuale dell'Istat sulle spese delle famiglie. Il decreto specifica che "l’ammontare delle spese risultante dalle informazioni presenti in anagrafe tributaria o acquisite in sede di contraddittorio col contribuente si considera sempre prevalente rispetto a quello calcolato induttivamente". Questo implica che le spese documentate avranno un peso maggiore rispetto a quelle stimate, rendendo il processo di accertamento più preciso e meno soggetto a contestazioni.

Una delle principali novità introdotte dal nuovo redditometro è il doppio contraddittorio. Questo meccanismo prevede che il contribuente abbia due opportunità per giustificare le discrepanze tra il reddito dichiarato e le spese sostenute. La prima fase del contraddittorio avviene prima dell'avvio dell'accertamento, mentre la seconda si svolge durante il processo di accertamento stesso. Questo doppio livello di confronto offre una maggiore tutela ai contribuenti, permettendo loro di fornire spiegazioni dettagliate e documentate sulle fonti di reddito non dichiarate, come eredità, risparmi accumulati negli anni o redditi esenti da tassazione. Tuttavia, se le prove fornite non risultano convincenti, l'accertamento procederà e il contribuente potrebbe trovarsi a dover pagare imposte aggiuntive.

La soglia del 20% rappresenta un elemento chiave del nuovo redditometro. Se il totale delle spese supera del 20% il reddito dichiarato, il contribuente deve giustificarsi davanti all’Agenzia delle Entrate. Questo criterio è stato introdotto per evitare accertamenti su discrepanze minime, concentrando gli sforzi del fisco su casi di evasione più significativi. Tuttavia, questa soglia ha suscitato diverse critiche. Alcuni sostengono che potrebbe penalizzare i contribuenti con spese straordinarie o non ricorrenti, come l'acquisto di una casa o il pagamento di spese mediche elevate. Altri ritengono che il 20% sia una soglia troppo alta, che potrebbe permettere a molti evasori di sfuggire ai controlli. La sfida per il governo sarà trovare un equilibrio tra efficacia del controllo fiscale e tutela dei diritti dei contribuenti.

Il ritorno del redditometro ha inevitabilmente scatenato un dibattito politico. In tempi di campagna elettorale per le Europee, la decisione del governo Meloni di reintrodurre questo strumento ha messo in fibrillazione l'intero esecutivo. Forza Italia, ad esempio, si è dichiarata contraria, sottolineando i rischi di un eccessivo controllo fiscale sui cittadini. D'altra parte, la Corte dei Conti ha criticato l'inefficacia delle misure precedenti nella lotta all'evasione fiscale.

Nel 2022, infatti, ci sono stati appena 352 accertamenti, per un gettito di soli 300 mila euro. Il nuovo redditometro, con i suoi parametri aggiornati e il doppio contraddittorio, potrebbe rappresentare una risposta a queste critiche, migliorando l'efficacia dei controlli e aumentando il gettito fiscale.

à italiana.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400