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ORRORE A SCANO BOA

Si indaga sul corpo senza nome

Recuperate le gambe: erano semisepolte dalla sabbia. Il cadavere apparterrebbe a un uomo

Si indaga sul corpo senza nome

Recuperate le gambe: erano semisepolte dalla sabbia. Il cadavere apparterrebbe a un uomo

Le gambe le ha. Una identità ancora no. E neppure una ipotesi, per quanto velata, di identità. Il giallo del corpo senza nome emerso nel primo pomeriggio di domenica dalla spiaggia di Scano Boa, nel territorio di Porto Tolle, una lingua di sabbia in mezzo al mare (questo, del resto, sono gli scanni), è ben lontano da una soluzione.

Tutto, secondo le prime ricostruzioni, comincia poco prima delle 16, quando un escursionista, in spiaggia a godersi la bella giornata di sole, si imbatte in un ritrovamento agghiacciante.

Un corpo, semisepolto, a stento riconoscibile come quello che era stato, un tempo, un essere umano. Le condizioni sono pietose: alcune parti sono ridotte oramai a uno scheletro, altre, invece, in avanzato stato di putrefazione, denunciano un gonfiore che potrebbe fare pensare a una morte per annegamento. In ogni caso, uno spettacolo orrendo. Sensazione acuita dal fatto che la salma appare senza gambe. Una ipotesi, questa, che durerà per alcune ore, sino a quando gli accurati rilievi e il primo spostamento del corpo riveleranno come gli arti inferiori, in realtà, fossero interamente sepolti dalla sabbia. Un fenomeno, quello della sepoltura, che potrebbe comunque tranquillamente essere naturale, provocato da risacca e mareggiate, così come la riemersione.

A prima vista, non è possibile neppure dire con certezza se si tratti di uomo o donna. In seguito, si propenderà per la seconda possibilità.

Insomma: un giallo, a risolvere il quale dovranno pensare i carabinieri di Adria, competenti per territorio, assieme ai colleghi del Nucleo investigativo di Rovigo, inviati sul posto a fronte del ritrovamento di un corpo e di cause della morte che, al momento, appare impossibile individuare. A prima vista, nessuno segno di violenza, ma, con un corpo in quelle condizioni, non si tratta certo di valutazioni che possano essere fatte a occhio nudo.

E’ per questo che la Procura ha ritenuto di disporre l’autopsia. Al momento, non è possibile avere certezze di alcun tipo, se non che il ritrovamento delle gambe, ossia di una salma integra, in qualche modo pare abbassare il livello di allarme rispetto a quanto sarebbe accaduto nel caso di un corpo effettivamente smembrato.

Buio fitto - e non potrebbe essere altrimenti, a questo stadio degli accertamenti - anche sulla possibile identità dell’uomo cui apparteneva quel corpo ormai devastato. Sicuramente, i carabinieri sono già al lavoro per individuare una serie di segnalazioni di scomparse irrisolte compatibili con il tempo che il corpo dovrebbe, dalle prime indicazioni, avere passato in acqua.

Chiaramente, anche su questo versante, determinanti saranno gli approfondimenti medico legali e l’autopsia vera e propria poi, dalla quale gli inquirenti si attendono risposte preziose.

Nel Polesine, provincia tra di acqua e terra, non è raro che il fiume e il mare restituiscano corpi e parti di corpi. A volte è possibile dare loro un nome e ricostruire la storia di chi portava quel nome. Altre, purtroppo, no.

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