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Allarme pertosse: a Padova 20 ricoverati

Contagi decuplicati rispetto all'anno scorso. Il calo delle vaccinazioni è la causa principale.

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Vaccini

Chi avrebbe mai pensato che una malattia quasi scomparsa potesse tornare a fare paura? Eppure, è esattamente ciò che sta accadendo con la pertosse a Padova. Nei primi cinque mesi del 2024, l'Unità di Terapia Intensiva e Patologia Neonatale dell'Azienda Ospedale-Università di Padova ha registrato venti casi di ricovero per pertosse, un numero impressionante se confrontato con i soli due casi dello stesso periodo dell'anno scorso. Il direttore dell'Unità ospedaliera e del Dipartimento universitario Salute della donna e del bambino, Eugenio Baraldi, non usa mezzi termini: "La situazione è fuori controllo".

Non è solo Padova a essere colpita. L'allarme pertosse si estende a livello europeo. "Da gennaio ad aprile," conferma il professor Baraldi, "in Europa ci sono stati 19 decessi causati da pertosse, metà dei quali di lattanti sotto i sei mesi." Questo dato è particolarmente preoccupante, considerando che la pertosse era praticamente scomparsa grazie alle campagne di vaccinazione. Tuttavia, il calo delle vaccinazioni ha permesso alla malattia di riemergere con forza. Secondo il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie Infettive, i casi di pertosse sono decuplicati rispetto all'anno scorso.

Anche a livello nazionale, i numeri sono allarmanti. Da inizio anno, ci sono stati 110 ricoveri per pertosse, di cui 15 in Terapia Intensiva e tre decessi. A Padova, i venti ricoveri riguardano principalmente neonati di età inferiore agli otto-dieci mesi. Ma non è tutto: la Microbiologia dell'ospedale ha refertato 250 tamponi positivi alla pertosse nei primi cinque mesi dell'anno. Questi casi includono non solo neonati, ma anche bambini in età scolare, adolescenti e adulti, in particolare over sessanta con patologie respiratorie croniche come asma o bronchite.

Il calo drastico delle vaccinazioni è indicato come la causa principale dell'esplosione dei contagi. "Quando era stato raggiunto l'apice delle vaccinazioni," fa notare Baraldi, "la pertosse era praticamente sparita. Ora però abbiamo un ulteriore problema: i più a rischio di forme gravissime e potenzialmente mortali di pertosse sono i neonati, ma il vaccino si fa non prima dei tre mesi." Da qui la necessità che a vaccinarsi siano le mamme negli ultimi tre mesi di gravidanza, per trasmettere gli anticorpi al nascituro.

Nel Nord Europa, la percentuale di mamme che si vaccinano è abbastanza alta, ma purtroppo non è lo stesso in Italia. Per esempio, per l'influenza, siamo sotto il 20%. Questo dato è preoccupante, considerando che la vaccinazione potrebbe prevenire non solo la pertosse, ma anche altre malattie come l'influenza e la bronchiolite, che possono avere complicazioni gravi nei neonati.

Il monito degli esperti è chiaro: "Vaccinare i bambini se hanno almeno tre mesi," indica Baraldi, "mamme in gravidanza e over 60 con asma o bronchite cronica. Chi ha fatto il vaccino da piccolo, inoltre, dovrebbe fare un richiamo perché la copertura non è definitiva." La vaccinazione è l'arma più efficace che abbiamo per prevenire la pertosse e altre malattie infettive. Ignorare questa raccomandazione potrebbe avere conseguenze devastanti, non solo per i neonati, ma per l'intera popolazione.


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