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VENETO

Truffa dell'asfalto: presa la banda

Profitti illeciti per 9 milioni di euro

La 'banda dell'asfalto' colpisce ancora: truffe e raggiri ai danni di imprenditori e artigiani

Una operazione della Guardia di Finanza ha portato all'arresto di due padovani coinvolti in una vasta truffa dell'asfalto. L'operazione, condotta in collaborazione con altri reparti del corpo delle province di Roma, Ancona, Grosseto, Novara, Padova e Milano, ha svelato un'organizzazione trans-nazionale dedita a frodi fiscali, riciclaggio e auto-riciclaggio. Ma cosa si cela dietro questa intricata vicenda?

Il 27 maggio 2024, la Guardia di Finanza di Bolzano ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di nove persone, tra cui un 66enne inglese e un 22enne irlandese residenti a Padova. Le indagini, iniziate nel febbraio del 2023 sotto la direzione della procura della Repubblica di Bolzano, hanno rivelato l'operatività di un gruppo composto prevalentemente da cittadini britannici e irlandesi, diretto da un italiano, specializzato nelle cosiddette "truffe dell'asfalto".

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La truffa si sostanziava nel presentarsi presso abitazioni e aziende del posto per offrire, a bassissimo costo, lavori di asfaltatura di piazzali, strade private e aree parcheggio. Il prezzo altamente concorrenziale veniva giustificato dagli indagati, descritti dalle vittime come persone dall'aspetto distinto e con uno spiccato accento anglosassone, spiegando di aver appena ultimato analoghi lavori di posa del catrame in cantieri situati nelle vicinanze. Spesso, questi lavori erano eseguiti in esecuzione di appalti banditi da enti locali, e gli indagati affermavano di avere immediata disponibilità di maestranze e materiale eccedente.

Una volta convinta la vittima, i lavori venivano eseguiti in tutta fretta e, in alcuni casi, venivano eseguiti lavori ulteriori rispetto a quelli concordati, applicando un sovrapprezzo e pretendendone il pagamento dietro la minaccia di azioni legali. Tuttavia, l'asfalto utilizzato era di infima qualità e si sgretolava nel giro di pochi giorni, un tempo comunque sufficiente alla banda per far perdere le proprie tracce. Le truffe commesse nel Padovano sarebbero decine e decine, danneggiando privati e piccoli imprenditori altoatesini.

Per impedire i tentativi di ottenere un risarcimento, gli indagati hanno creato, nel giro di tre anni, ben nove differenti ditte individuali che hanno sistematicamente omesso l'adempimento degli obblighi di dichiarazione. Questa strategia ha consentito al gruppo di incamerare profitti illeciti stimati in oltre 9 milioni di euro, veicolati su conti correnti esteri. In relazione a questi conti, l'autorità giudiziaria ha emesso un provvedimento di sequestro, cui le fiamme gialle stanno dando esecuzione.


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