VOCE
aperitivo col candidato
03.06.2024 - 20:43
Antonio Rossini con Paolo De Grandis e il direttore della "Voce" Alberto Garbellini
“La prima cosa che farà, nel caso fosse eletto sindaco, sarà “occuparmi di Iras, cercare un accordo tassativo prima di andare alla sentenza del Consiglio di Stato” per “dare subito i 3 milioni e 200mila euro con la possibilità di arrivare ad accordi stralcio del 30 o 40%, accordi che tra l’altro ci sono già con i fornitori. Come prima cosa, salviamo l’Iras”. Antonio Rossini, candidato sindaco delle due liste civiche “Noi per Rovigo - Ci piace!” e “Alleanza dei moderati” non ha dubbi e oggi pomeriggio, 3 giugno, nel corso dell’appuntamento “Aperitivo col candidato”, in diretta su Delta Radio, ha risposto senza esitazioni alla domanda posta dal direttore de La Voce di Rovigo Alberto Garbellini affiancato da Paolo De Grandis.
Se per il candidato la prima cosa da fare in veste di sindaco è risolvere il “nodo Iras”, cercando di mantenere un livello del servizio “adeguato, perché la privatizzazione porta al 30% in meno dei compensi e meno tutele per i lavoratori con l’indice di assistenzialità, nel numero di infermieri e oss, che nel privato viene abbassato al massimo”, la seconda cosa è pensare alle “piscine - ha aggiunto - garantiamo di seguire i lavori perché non avere una piscina esterna, oltre a quella interna, è una vergogna per la città”.
Ai microfoni di Delta Radio, installati all’esterno del caffè Garibaldi, Rossini si è raccontato sotto punti di vista diversi. A partire dalle motivazioni che lo hanno spinto a scendere in campo per la prima volta come candidato sindaco, dopo essere stato per due tornate candidato consigliere comunale. “Nel 2015 sono partito con il progetto ambizioso ‘Un cittadino chiede’. In molti mi hanno avvicinato. Questo mi ha permesso di inserirmi nel territorio e avere il quadro della città. Nel 2019 ho avuto 500 preferenze: nonostante io sia civico, sono stato il più votato. Ho lavorato bene come consigliere di opposizione, ho tenuto un comportamento coerente, ho sempre guardato il bene della città, ho espresso un nuovo modo di fare politica, senza farmi tirare per la giacchetta da nessuno. I partiti poi sono implosi e hanno fatto cadere gli ultimi tre sindaci”.
Civico sì ma sempre nell’area di centrodestra, ha fatto notare Garbellini. “La mia area è il centrodestra - ha chiarito il candidato - ma quando c’era Bergamin (Lega, ndr) io ero all’opposizione e con Gaffeo sono stato all’opposizione. Ho preferito essere libero, senza condizionamenti. Nella seconda avventura con la civica Gambardella all’opposizione mi sono distinto: non ho mai fatto ostruzionismo, mai fatto cadere il numero legale. La nuova politica è propositiva: per le cose giuste ci dobbiamo essere”.
La candidatura a sindaco è il passo successivo: “Le malelingue dicono che sia perché non è riuscito a trovare qualcuno che lo volesse in squadra” ha punzecchiato il direttore. Una circostanza che Rossini ha categoricamente negato: “Mi era stato offerto uno spazio in una civica dal segretario della Lega. Poi un altro partito mi ha offerto un posto. Ho ricevuto anche una terza offerta ma ho detto no perché alcune persone nei partiti hanno un concetto di politica vecchio e superato. Io ho l’idea di andare al ballottaggio che si potrebbe realizzare se Gaffeo e il Pd calano e io vengo votato. Non è impossibile. E nel caso non ci vada, vedremo cosa fare”.
Rossini ha poi toccato i temi della viabilità nelle frazioni, la capacità del capoluogo di attrarre investimenti, le politiche volte a far restare i giovani in città, gli investimenti nel settore sociale “affinché nessuno venga lasciato indietro”, fino all’abbattimento delle barriere architettoniche “di cui ci si è occupati poco in questa campagna elettorale” ha concluso.
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