VOCE
PADOVA
04.06.2024 - 08:01
Una giovane vita spezzata da un destino crudele. Aurora Fassina, commessa di 30 anni, ha lasciato un vuoto incolmabile nella comunità di Padova e Montegrotto. La sua storia, fatta di sacrifici, sogni e amore, è un esempio di resilienza e forza d'animo che merita di essere raccontata. L'ha uccisa un tumore al fegato, particolarmente aggressivo.
La diagnosi è arrivata come un fulmine a ciel sereno, lasciando tutti increduli e addolorati. "Lamentava dei dolori allo stomaco da qualche settimana", racconta Giampaolo Tibaldi, ex assessore nel Comune di Montegrotto e padre del fidanzato di Aurora, Gianluca Tibaldi. "Il medico le aveva prescritto degli esami di approfondimento. Purtroppo, questi hanno evidenziato un male incurabile al fegato, già in uno stadio avanzatissimo. Aurora è stata immediatamente ricoverata, ma in quindici giorni se n’è andata, lasciando tutti noi nel dolore e nell’incredulità".
Aurora non ha avuto una vita facile. Rimasta orfana in giovane età, è stata cresciuta dalla nonna Goretta insieme al fratello Luciano. "Ha sempre avuto una vita difficile, sin da piccola", continua Tibaldi. "La nonna Goretta ha dato tutta se stessa per i due ragazzi. Faceva la bidella, andava a fare le pulizie nel tempo libero, cercava di assicurare ai bimbi un’infanzia e una gioventù senza pensieri". Nonostante le difficoltà, Aurora è cresciuta con valori forti e una determinazione incrollabile. "Si è sempre data da fare, facendo fin da giovane vari lavori per poter aiutare la nonna. Era un’anima pura, una ragazza d’oro, apprezzata e stimata da tutti".
Aurora sognava di costruire una famiglia con Gianluca, il suo fidanzato da quattro anni. "Da tre mesi erano andati a convivere a Torre in un appartamento donato dalla nonna Goretta", racconta Tibaldi. "Dovevano trasferirsi a Montegrotto, tanto che l’11 giugno era programmato il rogito per l’acquisto di un appartamento. Purtroppo non ci andranno mai a vivere assieme". Aurora e Gianluca avevano anche pianificato di sposarsi nel nuovo anno, un sogno che ora rimarrà incompiuto.
"Per me e i miei famigliari era come una figlia", afferma Tibaldi. "Tutti le volevano un mondo di bene. Sono onorato di averla conosciuta e di aver conosciuto la nonna Goretta, che ai nipoti ha donato grande amore e una educazione encomiabile, basata sulla correttezza e il rispetto. Manca a tutti i miei familiari, era una figlia acquisita". Il dolore è palpabile anche nel negozio padovano dove Aurora lavorava come commessa. "Era una ragazza piena di vita e di gioia", ricorda un collega. "Sempre pronta ad aiutare e a sorridere, anche nei momenti più difficili".
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