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Una crisi respiratoria uccide Stefano, giovane papà

Aveva appena 39 anni

Addio a Stefano Cerello: una vita dedicata alla famiglia e alla passione per il lavoro

Trebaseleghe (Padova), è in lutto per la prematura scomparsa di Stefano Cerello, un uomo di soli 39 anni che ha lasciato un segno indelebile nella comunità. La sua morte, avvenuta domenica scorsa a causa di un'embolia, ha scosso profondamente amici, familiari e colleghi. Stefano era un progettista di impianti di climatizzazione, un professionista stimato e un padre amorevole.

Stefano Cerello era noto per la sua competenza e dedizione nel campo degli impianti di climatizzazione e aerazione. Dopo aver iniziato la sua carriera come tecnico di cantiere in un'azienda padovana, Stefano ha ampliato le sue competenze fino a diventare un esperto nella progettazione e costruzione di sistemi di distribuzione dell'aria. La sua società, riconosciuta a livello regionale, è stata un punto di riferimento per la qualità e la professionalità nel settore. Gianluca Brotto della Brofer di Resana, azienda leader nel campo degli impianti di aerazione, ha ricordato Stefano come un professionista capace di creare impianti complessi con estrema facilità. La sua abilità nel gestire progetti sia in nuove costruzioni che in ristrutturazioni complesse ha reso la sua società una delle più rispettate nel Veneto.

Stefano lascia la moglie Ketty Rampazzo, sposata quattro anni e mezzo fa, e un figlioletto che rappresentava per lui una fonte di immensa gioia. La sua famiglia era il centro del suo mondo, e la sua dedizione al lavoro era motivata dal desiderio di garantire loro un futuro sereno. Stefano lascia anche i genitori Valerio e Morena, il fratello Alessio e le nonne Ida e Adelina, tutti profondamente colpiti dalla sua scomparsa. La moglie Ketty lo ricorda come un uomo dedito al lavoro, altruista, determinato e combattente. La sua perdita lascia un vuoto incolmabile non solo nella sua famiglia, ma anche nella comunità di Trebaseleghe, dove era conosciuto e amato.

Oltre al lavoro e alla famiglia, Stefano aveva diverse passioni. Era un grande appassionato di moto e da giovane aveva avuto un trascorso da calciatore con i Diavoli Rossi. Emilio Milani, storico direttore sportivo della squadra, lo ricorda come un difensore serio e promettente, che ha giocato con dedizione fino alla categoria Juniores prima di decidere di concentrarsi sugli studi. Stefano si era diplomato come elettrotecnico alla scuola Ponti di Mirano e aveva frequentato diversi corsi di specializzazione, dimostrando sempre una grande voglia di apprendere e migliorarsi.


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