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ELEZIONI 2024
10.06.2024 - 00:29
E adesso, les jeux sont faits. Urne chiuse, alle 23 di domenica 9 giugno. In Polesine, per le elezioni Europee (lo spoglio è andato in scena nella notte), ha votato appena più del 50% dei 198.620 aventi diritto. Un dato inferiore a quello di cinque anni fa, quando l’affluenza raggiunse il 63,9%.
A conti fatti, sono stati grossomodo 100mila gli elettori che, tra sabato pomeriggio e domenica, si sono recati ai seggi e hanno depositato la scheda nell’urna. L’affluenza, nella nostra provincia, è stata di poco inferiore alla media regionale, che si è attestata a quota 52,5%, ma superiore a quella nazionale, che a mezzanotte e mezza era ancora sotto la fatidica quota del 50%. A livello provinciale, miglior risultato per Pontecchio dove il 72% degli elettori ha partecipato alla consultazione, dato più basso, invece, registrato a Giacciano con Baruchella che chiude la due giorni elettorale con il 36,4% di affluenza. ben 19 i Comuni sotto al 50%, tra cui Adria (43,9%) e Porto Viro (44%).
La corsa alle urne, tra Adige e Po, è stata però più intensa nei 32 Comuni in cui si votava anche per il sindaco. Prendendo in considerazione soltanto il dato relativo alle amministrative, l’affluenza finale si è attestata complessivamente al 61,25%, con circa 65mila votanti su 109.854 aventi diritto al voto che si sono recati alle urne. Una “corsa” guidata da quei Comuni in cui c’era un solo candidato sindaco: Gaiba e San Bellino, in particolare, fanno segnare i record di partecipazione con il 76,5% e il 67,6% di affluenza, “inframezzate” da Pontecchio, con il 72,4%, e Costa di Rovigo, al 71,15%. Risultato più basso della provincia, invece, quello di Calto con il 50,2%%.
Con Occhiobello che a mezzanotte e mezzo non aveva ancora comunicato il dato dell’affluenza (era del 54,5% alle 19 e durante la notte è stato fissato a 64,30%), tra i test più importanti, dal punto di vista politico, quelli di Lendinara, dove ha votato il 57,54% (rispetto al 69,8%); Castelmassa, che ha chiuso con il 62,23% (precedente 65.9%); e Ariano nel Polesine, che ha fatto registrare un’affluenza del 57,7% (contro il 61,3%).
Discorso a parte per Rovigo città. Nei 55 seggi del capoluogo, sono stati 25mila gli elettori che si sono recati alle urne, fissando l’asticella della partecipazione a quota 59% (diventato 60,55% dopo la mezzanotte): un dato più molto basso rispetto al 68,4% raggiunto al primo turno nel 2019.
Già sabato sera, alla chiusura del primo giorno di voto, l’affluenza si era fermata sotto al 20% (precisamente al 19,2%): pressoché il 40% dei rodigini, dunque, ha deciso, forse in ossequio alla tradizione, di votare alla domenica. Una scelta che hanno fatto anche due dei sei candidati sindaco. E se sabato pomeriggio avevano votato, in rapida successione, Ezio Conchi (alle 16 in punto a Boara), Palmiro Franco Tosini (alle 17, nella sua Bosaro), Antonio Rossini (alle 17.12 a San Bortolo), Valeria Cittadin (alla volta delle 18, alle scuole Donatoni), ieri mattina è stata la volta di Federico Frigato, che ha votato a Sarzano, e di Edoardo Gaffeo che ha imbucato la scheda nell’urna a mezzogiorno in punto a Concadirame.
E’ andato a votare ieri anche l’assessore regionale Cristiano Corazzari, residente a Stienta. “A me piace votare di domenica... anche perché ricordo che lunedì non si vota”, scrive sui social con la consueta ironia.
Ma lunedì, cioè oggi, ci sarà poco da scherzare. Perché alle 14 in punto verranno aperte le urne. E, nel giro di qualche ora, 31 Comuni del Polesine avranno ufficialmente il loro nuovo sindaco. Per Rovigo città, invece, se nessuno dei candidati supererà il 50% dei voti si tornerà alle urne domenica 23 e lunedì 24 giugno per il ballottaggio. No: non è finita qui.
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