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CAVANELLA PO

600 capretti al macello, tra le proteste

Per i musulmani è il giorno del ringraziamento. Il sindaco Barbujani: "Rito barbaro". Cestari: "Un supplizio"

"Una mattanza, mai vista una cosa così". Il sindaco di Adria Massimo Barbujani è sinceramente "infastidito" per quello che ha visto questa mattina 16 giugno in un capannone di Cavanella Po, nella sua Adria. E' la Festa del sacrificio, nell'Islam, la ʿīd al-aḍḥā detta anche festa dello sgozzamento, che è andata in scena tra le proteste degli animalisti.

Seicento capretti che saranno sgozzati, secondo il metodo halal, che hanno mosso la pietà e l'indignazione dello stesso primo cittadino di Adria, oggi accompagnato dal consigliere regionale Laura Cestari. Attorno all'area dove gli animali sono stati radunati, anche tante forze dell'ordine, per assicurare che tutto si svolgesse in sicurezza. 

"L’oscurità dell’uomo si è riproposta in una delle sue forme più becere questa mattina ad Cavanella Po. Uccidere un animale è già di per sé un dispiacere - dichiara Cestari - Ma quando questo avviene con supplizio, la tortura diventa ignobile e vergognosa". E ancora: "Non si può credere che nel 2024 ci siano anche pratiche come quelle cui ho assistito questa mattina.
Provo una sincera pena per questi animali condannati ad essere sgozzati per un rituale religioso. Il fanatismo religioso non può giustificare in alcun modo una pratica abominevole: per costoro, l’orologio della civiltà è fermo al Medioevo".

Il sindaco non ha pace: "Ho sempre sentito parlare di questa pratica - dichiara - ma non pensavo fosse così partecipata dai musulmani. Si parla di abbattimenti barbari, almeno 600 capi, che vengono uccisi barbaramente. Mi ha dato fastidio vedere i bambini portati dagli uomini, ovviamente delle donne nemmeno l'ombra. Mi ha dato fastidio lo spiegamento di forze, che cercavano di garantire il regolare svolgimento di questa mattanza".

Bobo è un fiume in piena: "Non capisco come si possa autorizzare in uno stato civile come il nostro che possano accadere questo cose. C'è un recinto dove chi paga, perché dietro c'è un vero e proprio business - entra in una piccolo recinto e segna il proprio capretto. Una fila di persone aspetta il momento di assistere al sacrificio. La pecora segnata viene portata in una camera tre per tre con un veterinario. Questi poveri animali vengono sbatacchiati e consegnati al legittimo acquirente. Un via vai di gente impressionante".

Il capretto viene sgozzato, perché solo se c'è dissanguamento il metodo può essere considerato Halal, ovvero "puro".

"La tradizione è plurimillenaria - continua Barbujani - ma ammazzarle così è cruento. Sono infastidito. Non si può fare niente, ma non ci rendiamo contro che ci stiamo sedendo un po' tutti nel nome dell'accoglienza. Abbiamo acquistato tanti diritti civili nel post guerra e questi vengono ubriacati da certi riti e usanze. Vedere i bambini in questa mattanza mi ha fatto particolarmente indignare. Per loro avere il coltello in mano è come per noi avere un pacchetto di caramelle, una cosa per noi incomprensibile".

 

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Commenti all'articolo

  • frank1

    17 Giugno 2024 - 08:06

    ma gli animalisti,sempre pronti a denunciare chi fa fuori un topo in casa...dove sono??

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