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L’intervista

“Autonomia, ci abbiamo creduto”

Il presidente Luca Zaia a Delta Radio: “Modernità al Paese e responsabilità a chi amministra”

“Autonomia, ci abbiamo creduto”

“La verità è che l’autonomia porta via niente a nessuno, ma è una grande introduzione di una forte responsabilità da parte di chi amministra i territori. Una grande opportunità. E io penso che lo sia soprattutto per il Sud, più per il Sud che per il nord”.

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Luca Zaia, intervistato in esclusiva su Delta Radio, non ha nascosto la propria soddisfazione per il traguardo raggiunto con l’approvazione definitiva del parlamento della legge sull’autonomia differenziata. Una legge che ha molti padri, ma senza dubbio è il governatore del Veneto il grande vincitore della partita dell’autonomia, tema che lui aveva proposto già nella campagna delle regionali 2010, poi passato dalla legge regionale del 2014 con la quale è stato stabilito il referendum che si è poi celebrato nel 2017 e che ha visto 2.328.947 veneti recarsi alle urne, il 56,6% degli aventi diritto, e 2.273.985 votare sì, il 98,1% dei voti validi. Da allora però ne è passato di tempo.

E sul perché l’autonomia sia arrivata dopo ben sette anni dal referendum Zaia ha risposto: “Semplicemente perché ci sono stati tanti fattori, la volontà di non portarla avanti da parte di molti governi, il Covid, quindi da quel referendum del 22 ottobre 2017 siamo arrivati ad oggi, quando siamo finalmente arrivati in porto con questa legge, che è una legge che dà una visione di modernità al nostro Paese, da nord a sud”.

Paolo De Grandis ha sottolineato come forte fosse lo scetticismo da parte di molti veneti. “Se avessi dovuto ascoltare tutti quelli che dicevano ‘non ci arriveremo mai’- ha risposto il presidente - non avrei mai fatto le Olimpiadi non avrei mai fatto il referendum per l’autonomia, perché ricordo che prima dell’autonomia molti dicevano: ‘impossibile farla’. La verità è che bisogna crederci nelle cose. Poi, come ho scritto nel titolo del mio libro, i pessimisti non fanno fortuna. Direi che i pessimisti non fanno fortuna. Adesso tecnicamente la legge è stata approvata e il capo dello Stato ha 30 giorni per promulgarla, e dopo la firma verrà pubblicata sulla gazzetta ufficiale e sarà a tutti gli effetti una legge operativa: da quel momento noi chiederemo formalmente di riaprire il tavolo delle trattative con il governo”.

Poi, sulla “rivolta” dei governatori del sud, Zaia ha rimarcato: “Allora, la Campania fa le rivoluzioni, ma nel 2019 ha fatto una delibera per chiedere l’applicazione dell’articolo 116 e chiedere l’autonomia. Poi ricordo che ci sono regioni autonome, come la Sicilia e la Sardegna, quindi, non ho capito: vogliono togliere anche l’autonomia alla Sicilia e alla Sardegna? Non mi sembra che sia in discussione questo. Allora, va bene l'autonomia per quelli che ce l'hanno, ma non va bene per quelli che la vogliono? Mi sembra abbastanza, diciamo problematico. Poi, se saltasse il banco e non si facesse niente, avviene un finimondo. Ho sempre detto un miliardo di volte l’autonomia o la fai per scelta, o la dovrai fare per necessità. Cosa significa? Significa che se non la facciamo noi, finirà che ci toccherà vedere qualcuno che in maniera violenta andrà a tagliare conti per far prendere le decisioni, come è accaduto con la troika in Grecia”

Sulla differenza tra autonomia e autonomia differenziata, ha poi precisato: “L'autonomia differenziata intanto è prevista dalla Costituzione. Sostanzialmente significa che ogni regione avrà, come dire, un abito sartoriale: è differenziata, ‘su misura’ in base alle regioni, perché uno può avere necessità di investire su alcune peculiarità, altri su altre, quindi è un ‘abito su misura’, per cui a maggior ragione il sud dovrebbe assolutamente rivendicare subito queste autonomie, non capisco per quale motivo qualcuno debba preoccuparsi”.

Infine, sui tempi e sull’ipotesi di 18 mesi prima di vedere i primi effetti Zaia ha sottolineato: “E’ probabile 18 mesi, ma magari anche di meno, perché vedremo di capire che evoluzione avrà questa trattativa. Di certo non sarà facile, ma, come ripeto, io ho trovato come un campo vuoto, non c'era nulla. Adesso stiamo tentando di costruire la casa, ma siamo partiti veramente dalle autorizzazioni, ora dovremo iniziare con il cantiere, ovviamente avremo ancora il vaglio di un sacco di realtà, ma bisogna andare avanti. Se il lavoro che ho fatto io lo avessero fatto vent’anni prima di me, oggi noi staremo qui a parlare del tagliando all’autonomia, invece lo farà chi ci sarà fra vent’anni”.

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