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veneto
20.06.2024 - 07:29
Padova è stata recentemente scossa da un caso di cronaca giudiziaria che ha sollevato molteplici interrogativi sulla sicurezza e l'integrità delle strutture sanitarie. Un operatore socio sanitario cinquantenne è al centro di un'inchiesta per violenza sessuale su una minorenne e produzione di materiale pedopornografico. L'uomo, che lavorava in un ospedale della città, è accusato di aver abusato di una paziente diciassettenne con problemi psichici e di aver filmato i rapporti sessuali con il suo cellulare.
Le accuse contro l'operatore socio sanitario sono gravissime. Secondo le indagini condotte dalle forze dell'ordine di Padova, l'uomo avrebbe circuito la giovane paziente, approfittando della sua vulnerabilità. La vicenda risale al 2022, quando la ragazza, oggi diciannovenne, era ricoverata nella struttura ospedaliera. La madre della vittima ha scoperto la relazione anomala tra la figlia e l'operatore attraverso i messaggi che i due si scambiavano. Insospettita, ha deciso di riferire la situazione alla psicologa dell'ospedale, che ha poi coinvolto le autorità competenti.
Durante le indagini, il cellulare dell'operatore è stato sequestrato, rivelando immagini e video dei rapporti sessuali con la minorenne. Questi materiali non solo costituiscono una prova evidente delle accuse, ma rappresentano essi stessi un reato: la detenzione e la produzione di materiale pedopornografico. La famiglia della ragazza, rappresentata dall'avvocato Leonardo De Luca, si è costituita parte civile nel processo.
L'operatore socio sanitario, difeso dall'avvocato Massimo Pavan, ha negato tutte le accuse. In tribunale a Venezia, il legale ha presentato un'istanza per accedere alle forme di giustizia riparativa previste dalla riforma Cartabia. Tuttavia, il giudice Alberto Scaramuzza, considerando la gravità dei reati contestati, ha rifiutato questa possibilità, concedendo però il rito abbreviato. Il processo è fissato per mercoledì 3 luglio.
Nonostante le accuse, l'operatore socio sanitario continua a lavorare nella stessa struttura, sebbene sia stato trasferito di reparto. La direzione sanitaria ha deciso di non prendere alcun provvedimento fino a una eventuale condanna definitiva. Questa scelta ha sollevato molte critiche e preoccupazioni tra i cittadini e i pazienti dell'ospedale.
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