VOCE
qualità dell'aria
21.06.2024 - 21:00
Il Pm10 torna a salire, per colpa della sabbia. Come era già successo ad aprile, anche nei giorni scorsi una nuova ondata di polveri sahariane è tornata ad investire l'Italia e, come aveva preconizzato il Servizio di monitoraggio dell’Atmosfera di Copernicus, questo ha fatto alzare il livelli di Pm10 e, a Rovigo, questo ha portato allo sforamento numero 36 del 2024 della soglia di esposizione media giornaliera a tutela della salute stabilita dalle normative comunitarie a 50 microgrammi per metro cubo di aria.
Con 56 microgrammi, infatti, giovedì il capoluogo polesano è andato oltre il limite di 35 sforamenti della soglia giornaliera consentiti in un anno entrando per l’ennesimo anno consecutivo nell’illegalità. Purtroppo in buona compagnia, visto che Badia con i 57 microgrammi toccati giovedì è arrivata a ben 38 sforamenti, come del resto avvenuto un parecchie parti del Veneto. Borsea, con 51 microgrammi, è ancora entro il limite, con 34 sforamenti, così come Adria, che non è andata oltre il limite nemmeno giovedì, seppur fermandosi a 49 microgrammi, e che resta a 24 sforamenti.
Il tutto mentre a Torino martedì si è aperto il “Processo Smog”, che smentisce il luogo comune che vede gli amministratori locali lavarsi pilatescamente le mani sulla lotta all’inquinamento. E se è vero che poco possono fare visto che si tratta di problemi complessi, che vanno oltre la dimensione strettamente locale e sui quali influiscono anche fattori geografici tipici della pianura padana, questo sarà ora al centro del procedimento che vede a giudizio per il reato di inquinamento ambientale colposo gli amministratori pubblici comunali e regionali che hanno governato Torino e il Piemonte dal 2015 al 2019: gli ex sindaci Piero Fassino e Chiara Appendino e l’ex presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e l'attuale Alberto Cirio. Tutto è nato da un esposto presentato dall’associazione “Torino Respira”, che sulla base di consulenze puntava il dito sugli altissimi livelli di Pm10 e biossido di azoto, “che provocano 900 morti all’anno e riducono di 22,4 mesi la speranza di vita dei cittadini”.
In questo caso, il Pm10 non è autoctono. Come spiegato da Arpav, “da giovedì anche il territorio del Veneto è interessato dal passaggio in atmosfera di polveri di origine desertica, legate ad un evento di trasporto di masse d'aria dal Nord Africa. Questo fenomeno ha determinato un modesto incremento delle concentrazioni di particolato atmosferico che, in alcune centraline della rete aria Arpav, hanno portato al superamento del valore limite giornaliero per il Pm10, pari a 50 microgrammi per metrocubo, con livelli massimi intorno ai 65. Il fenomeno andrà progressivamente esaurendosi nel week end”.
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