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Piscina, incubo per il comune

Il prossimo 4 dicembre dovrà diversi in tribunale: in ballo un risarcimento di oltre un milione e mezzo

Piscina, incubo per il comune

Il prossimo 4 dicembre sarà un mercoledì e il comune di Adria sarà chiamato a difendersi nel Tribunale di Rovigo di fronte alla pesantissima richiesta del curatore fallimentare della società Adrianuoto che ha gestito per anni la piscina comunale.

Sul banco cifre pesantissime: oltre mezzo milione l’importo richiesto di cui 338mila pari al 70% delle spese per le utenze nella gestione dell’impianto e altri 180mila per lavori di straordinaria manutenzione svolti dalla società con l’avvallo del comune. E questo sarà il nodo cruciale della questione: se sarà dimostrato che il Comune aveva approvato quei lavori allora sarà soccombente, diversamente potrà far valere le proprie ragioni sulla legittimità o meno di pagare quegli importi. Ma nel caso in cui il comune si trovasse dalla parte del torto, a quel mezzo milione se ne aggiungerà un altro per interessi moratori maturati dal 2007. Cifre che potrebbero mandare in tilt il bilancio comunale. Intanto si confida nello studio dell’avvocato Loris Tosi del foro di Venezia affinché possa dirimere la questione nel miglior modo per Palazzo Tassoni.

La questione è stata posta, per alcuni aspetti in maniera brutale, dall’assessore Giorgio Crepaldi, parlando più da avvocato che da politico, e per questo suscitando non pochi malintesi da parte dei consiglieri della minoranza. Quelli di maggioranza si sono limitati ad ascoltare. Crepaldi ha fatto sapere che appena possibile si farà promotore di un incontro con il legale e i consiglieri comunali, prima di tutto per avere chiaro il quadro della situazione, in secondo luogo per trovare, se possibile, una strada condivisa da percorre.

E’ stato questo uno degli argomenti che hanno infiammato il dibattito nell’ultimo consiglio comunale sull’argomento dedicato alla piscina comunale: “discussione terminata in gazzarra” parole del presidente Fortunato Sandri. Il clima, infatti, si era talmente surriscaldato che il sindaco Massimo Barbujani (i consiglieri di maggioranza pronti a seguirlo, ndr) aveva minacciato di andarsene. Questo a seguito del durissimo faccia a faccia tra Federico Simoni e Lamberto Cavallari.

Il vicesindaco si è lasciato sfuggire un “chi aveva interessi su Adrianuoto” senza specificare a chi si rivolgeva. Cavallari si è sentito chiamato in causa ed ha fatto mettere a verbale una dichiarazione in cui afferma la netta trasparenza del suo operato, considerato che il suo studio curava parte dell’amministrazione di Adrianuoto. E se non prevarrà il buonsenso, anche questo faccia a faccia potrebbe finire in tribunale.

La discussione sulla piscina è andata avanti per oltre un’ora e mezza anche se ben poco è stato detto sul futuro.

Nella giunta c’è ottimismo sul fatto che possa andare in porto il bando “ponte”, ossia che si faccia avanti un gestore per seguire l’impianto dal 1 ottobre 2024 al 31 dicembre 2025. Per arrivare a una soluzione positiva, la giunta ha dato un doppio incarico: a un professionista per redigere il certificato di prevenzione incendi e a un ingegnere per mettere nero su bianco la situazione strutturale dell’impianto natatorio e gli interventi necessari.

Salvo sorprese al 30 settembre prossimo, quando scadrà il mandato di Padovanuovo, la vera partita si gioca sulla futura gestione pluriennale sull’impianto. E’ per questo la minoranza, compatta su questo aspetto, ha chiesto con insistenza all’amministrazione comunale di sapere quante risorse intende investire, perché difficilmente si troverà un privato, indipendentemente dal tipo di bando, che si accollerà un investimento del genere.

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