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Il caso

Influenza aviaria, boom di casi tra i gatti

L'epidemia di influenza aviaria si espande, colpendo gatti, topi e persino lavoratori agricoli. L'Oms lancia l'allarme

L'Influenza Aviaria: Una Minaccia in Evoluzione che Coinvolge Nuove Specie

L'influenza aviaria, una volta confinata principalmente agli uccelli, sta ora mostrando una capacità inquietante di adattarsi e diffondersi tra nuove specie. Recenti sviluppi hanno rivelato che il virus non solo ha infettato mucche da latte negli Stati Uniti, ma ha anche colpito gatti domestici, cani e, sorprendentemente, topi. Questa evoluzione del virus ha sollevato preoccupazioni significative tra gli esperti di salute pubblica e veterinaria.

UN'EPIDEMIA INASPETTATA
Negli ultimi mesi, l'influenza aviaria ha fatto notizia per la sua diffusione tra le mucche da latte negli Stati Uniti, coinvolgendo ben 12 stati. Questo virus, noto per la sua alta patogenicità, ha causato danni collaterali in diverse altre specie. Come ha spiegato Kristen Coleman, ricercatrice di malattie infettive presso l'Università del Maryland, la situazione "è molto grave e dovrebbe essere presa sul serio". Coleman ha sottolineato che i gatti domestici sono particolarmente sensibili all'influenza aviaria, in particolare al ceppo H5N1, con un recente aumento drastico delle infezioni.

GATTI COME INDICATORI PRECOCI
In alcuni allevamenti da latte, i gatti morti sono stati i primi segnali che qualcosa non andava. Kammy Johnson, epidemiologo veterinario del Dipartimento dell'Agricoltura americano, ha paragonato i gatti a "canarini in una miniera di carbone", indicando che la loro morte precoce può essere un segnale di allarme per la presenza del virus. Dai gatti esaminati è emerso che avevano contratto il virus dal latte crudo, e non dagli uccelli infetti, che sono il principale serbatoio di questa variante ad alta patogenicità.

L'ALLARME DELL'OMS
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha consigliato di non bere o utilizzare latte crudo a causa della scoperta del virus nel latte delle mucche infette. Questo avvertimento è particolarmente rilevante considerando che almeno tre lavoratori agricoli hanno sviluppato sintomi lievi dopo essere stati esposti al virus. La trasmissione del virus dal latte crudo agli esseri umani rappresenta una nuova e preoccupante via di infezione.

L'INCLUSIONE DEI TOPI NELLA LISTA DELLE SPECIE INFETTE
L'USDA ha recentemente aggiunto il comune topo domestico, Mus musculus, alla lista delle specie di mammiferi infettati dal virus HPAI H5N1. Le prime segnalazioni sono arrivate dalla contea di Roosevelt, New Mexico, dove il 4 giugno sono stati rilevati i primi 11 casi, che in due settimane sono saliti a oltre 70. Sebbene non siano stati forniti dettagli su come o dove questi topi siano stati campionati, il bollettino del World Animal Health Information System ha confermato il rilevamento in topi domestici selvatici e volpi rosse selvatiche che vivevano nei dintorni di un focolaio in un allevamento di pollame.

LE INCOGNITE E LE PREOCCUPAZIONI FUTURE
Come riporta Afludiary, ci sono ancora molte incognite riguardo alla diffusione del virus tra i topi. Non è chiaro se tutti questi topi siano stati trovati morti o se alcuni fossero intrappolati vivi, né quanto potrebbero essere diffusi nell'allevamento o se alcuni siano stati catturati al di fuori dei pollai. Inoltre, non sappiamo se si tratta dello stesso clade B3.13 che ha colpito i bovini o se mostrano cambiamenti genetici degni di nota.

UN QUADRO IN EVOLUZIONE
L'influenza aviaria sta dimostrando una capacità preoccupante di adattarsi e infettare nuove specie, rendendo la situazione sempre più complessa. La scoperta del virus nel latte crudo e la sua trasmissione a gatti, cani e topi solleva interrogativi importanti sulla sicurezza alimentare e sulla salute pubblica. Gli esperti continuano a monitorare la situazione da vicino, ma è evidente che questa epidemia richiede un'attenzione costante e misure preventive rigorose.

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