VOCE
ROVIGO
28.06.2024 - 13:15
Ha cresciuto generazioni di ragazzi a colpi di racchetta e in tanti lo ricorderanno per sempre come il “loro” maestro di tennis.
Francesco Gasperotto, 59 anni festeggiati solo pochi giorni fa, il 15 giugno, è morto questa mattina lasciando increduli i tanti che, racchetta alla mano, hanno appreso da lui i segreti di questo sport che lui ha profondamente amato. Nei mesi scorsi non era stato bene ma, dopo il ricovero, sembrava essersi ripreso. Ed era facile incontrarlo in centro mentre salutava i rodigini che lo conoscevano.
Per molti lui era “Ciccio”: per chi lo aveva conosciuto in veste di istruttore di tennis del Csi, negli impianti del Don Bosco, in via Marconi, ed era “Cesco” per chi lo ha seguito, in questi ultimi giorni, nelle trasmissioni in cui commentava le giornate di competizioni del Gaibledon, il Torneo Open del Veneto Wta femminile di tennis a Gaiba. L’ultima risale allo scorso 24 giugno, il giorno dopo la conclusione della manifestazione.
Oggi il dramma della sua scomparsa, avvenuta poco prima delle 8, lascia sconcerto e incredulità in città e fuori città. Perché Francesco Gasperotto era stato istruttore di tennis anche a Galzignano, in provincia di Padova, nella locale scuola tennis. Il lutto per la sua scomparsa ha colpito anche palazzo Nodari dove la sorella Paola, giornalista professionista, ricopre il ruolo di ufficio stampa. Oltre alla sorella Paola, Francesco Gasperotto lascia il fratello Alessandro e la mamma Adelaide. A tutti loro le condoglianze della nostra redazione.
Commovente il saluto che il Csi ha voluto tributargli. "Tennis e Centro Sportivo Italiano sono state le due passioni sulle quali ha sviluppato il suo modo di essere - spiega lo scritto dell'associazione sportiva - La pratica sportiva poteva essere quel cammino che avrebbe potuto aiutare i ragazzi a crescere tecnicamente e culturalmente, ad imparare a rispettare le regole, a stare bene insieme divertendosi. Con la stessa passione insegnava a quanti un giorno sarebbero diventati agonisti e a quanti apprendevano in un centro estivo le prime nozioni del tennis. Attenzione alla tecnica e divertimento si alternavano rendendo quei momenti indimenticabili".
"Tecnico ed animatore, a seconda delle circostanze, ma sempre la stessa persona pronta ad aiutare gli altri, a creare momenti di svago a progettare un futuro che si andava costruendo. Figlio d’arte, suo papà Carlo era stato con Milo Raimondi fra i fondatori del Csi a Rovigo, aveva fatto suo il percorso associativo. Congressi nazionali, campi regionali, corsi residenziali e corsi di aggiornamento lo avevano sempre visto presente".
"Nel comitato Csi di Rovigo rivestiva il ruolo di segretario ed in polisportiva, da sempre, un punto di riferimento: dal tecnico, all’animatore, dal consulente all’addetto stampa. Da diverso tempo era entrato a far parte della commissione tecnica nazionale di tennis mantenendo anche i rapporti con la presidenza Csi. Gli piaceva anche scrivere, non tanto di quanto faceva ma delle varie attività della polisportiva. Alla bisogna era disponibile a tutto anche quando quattro anni fa gli fu chiesto di seguire l’attività di vela. “Non ne capisco nulla” aveva detto ma il rapporto di fiducia e simpatia instaurato con gli istruttori della Lega Navale di Ferrara avevano fatto superare ogni ostacolo".
"Nell’estate scorsa aveva dato vita un corso di tennis finanziato da Sport e Salute con tanto di finali a Perugia ed alcuni mesi dopo il via al pickleball, un qualcosa di simile al tennis, proponendolo in orario scolastico a diverse scuole medie della città riscuotendone apprezzamenti ed entusiasmo. Un particolare rapporto lo aveva isntaurato con i ragazzi della disabilità di Uguali Diversamente che lo vedevano come un amico più che l’istruttore di tennis. Giovedì sera prima di far ritorno a casa si era fermato in polisportiva per programmare i vari interventi nelle diverse animazioni e iniziare a guardare all’attività di settembre. Poi la scomparsa improvvisa".
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