VOCE
VIOLENZA SULLE DONNE
05.07.2024 - 18:49
Un pestaggio furibondo, folle, con botte inferte a mani nude, ma anche cinghiate, oggetti e suppellettili scagliati contro la povera donna, persino una porta di una stanza divelta e usata come clava. Ma anche un pestaggio metodico, dal momento che l’uomo lo avrebbe messo in atto - sempre secondo le contestazioni a suo carico - dopo avere preso le chiavi di casa alla donna e averla chiusa a chiave dentro, oltre ad averle spaccato il tablet. In altri termini, dopo essersi assicurato che non potesse né chiedere aiuto né scappare.
E’ quanto, secondo la ricostruzione accusatoria, sarebbe avvenuto lo scorso marzo in Alto Polesine. Non sarebbe stato l’unico episodio, tuttavia, anche se, senza dubbio, il più grave. Già prima di quel tremendo giorno di fine marzo, infatti, l’uomo, straniero, accusando la moglie di vedersi o sentirsi con altri, la avrebbe minacciata, spintonata, offesa, arrivando anche a sputare a terra in sua presenza, in segno di profondo disprezzo.
L’aggressione venne interrotta grazie all’intervento dei carabinieri. Da quel momento, il procedimento penale ha fatto il proprio corso, portando l’imputato di fronte al giudice per le udienze preliminari. Nella giornata di ieri, è stato celebrato il processo a suo carico, con la forma del rito abbreviato, che consente, a chi vi si sottopone, di ottenere, in caso di condanna, uno sconto pari a un terzo della pena totale.
Le ipotesi di reato per le quali si procedeva erano quelle di maltrattamenti, per i comportamenti tenuti nei confronti della donna, tra fine 2023 e marzo 2024, lesioni, per le conseguenze dell’aggressione, con prognosi superiore ai 40 giorni, e sequestro di persona, per avere bloccato in casa la vittima.
Al termine della discussione, il giudice ha letto una sentenza di condanna a tre anni. Si tratta di una sentenza di primo grado, che sarà facoltà dell’imputato e del difensore impugnare.
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