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LA TRAGEDIA DI GIULIA

Il processo a Filippo sarà rapidissimo

La difesa punta a ridurre le udienze e ottenere attenuanti

Turetta, oggi il rientro in Italia

Filippo Turetta

Il processo a carico di Filippo Turetta, accusato dell'omicidio di Giulia Cecchettin, si preannuncia rapido e senza lunghe sfilate di testimoni. La strategia della difesa, infatti, sembra puntare a velocizzare i tempi, con l'obiettivo di ottenere attenuanti per il buon comportamento processuale. Un processo che si aprirà a settembre, subito dopo la pausa estiva, davanti alla Corte d'Assise di Venezia.

Ieri, Turetta ha rinunciato all'udienza preliminare, prevista per la prossima settimana, optando per il rito immediato. Questa scelta, prevista dalla legge, permette di saltare il filtro dell'udienza preliminare e di andare direttamente a giudizio davanti al tribunale. Nel caso di Turetta, vista la gravità dei reati contestati, il giudizio sarà davanti alla Corte d'Assise. A differenza del rito abbreviato, che concede uno sconto di un terzo della pena, il rito immediato non prevede alcun alleggerimento di pena. Tuttavia, il rito abbreviato non può essere richiesto per reati che prevedono la condanna massima all'ergastolo, come nel caso di Turetta, imputato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza e stalking.

La difesa di Turetta, rappresentata dal professor Giovanni Caruso e dall'avvocata Monica Cornaviera, ha scelto una strategia improntata a un basso profilo, probabilmente per spegnere il clamore mediatico che ha circondato questo femminicidio. Turetta si è sottoposto a un solo interrogatorio, subito dopo l'arresto, al termine della sua fuga in Germania, nel quale non ha chiarito tutti i dubbi degli inquirenti. Il mese scorso ha scelto di non sostenere l'interrogatorio al momento della chiusura delle indagini preliminari. Al processo, la difesa potrebbe acconsentire all'acquisizione degli atti raccolti nel corso delle indagini, riducendo così il numero di testimoni chiamati a deporre davanti all'assise.

La procura sta già definendo le possibili liste di testimoni da citare. Oltre una ventina, tra investigatori, esperti del Ris e informatici; amiche con cui la vittima si era confidata sul comportamento di Filippo; il vicino che aveva assistito al primo litigio tra i due ragazzi, la sera del delitto; fino al nuovo amico di chat di Giulia che aveva scatenato la folle gelosia dell'ex fidanzato. Testimoni che potrebbero non dover essere risentiti, se la difesa acconsentirà all'acquisizione degli atti. In questo caso, il processo potrebbe procedere davvero veloce.

Resta il nodo della perizia psichiatrica. La difesa ha dichiarato che non la richiederà, ma a fronte di accuse tanto gravi, con la prospettiva dell'ergastolo, potrebbe disporla direttamente la Corte. In tal caso, ci vorrebbe qualche mese per completare la perizia. La scelta di non richiedere la perizia psichiatrica potrebbe essere interpretata come un tentativo di evitare ulteriori ritardi e di puntare su una linea difensiva che miri a dimostrare la piena capacità di intendere e di volere di Turetta al momento del delitto.


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