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ISTRUZIONE
14.07.2024 - 15:58
“A elementari e medie non servono: sono più utili libri e quaderni. Così cresce anche l’attenzione”
“Non credo che si faccia buona didattica con un cellulare”: queste le parole del ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara, che annunciano un’importante svolta nel settore scolastico, già da settembre. Con l’inizio dell’anno scolastico 2024-25, infatti, sarà vietato, nelle scuole del primo ciclo di istruzione - elementari e medie - l’utilizzo, anche per scopi didattici, del cellulare in classe.
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Una notizia che, fin da subito, ha fatto discutere; anche se nel 2022 una precedente circolare aveva già vietato l’utilizzo degli smartphone, eccezione fatta se utilizzati con il permesso del docente e per scopi didattici. Ora si cambia rotta. E i rodigini dimostrano di apprezzare questo nuovo corso. “Sono totalmente d’accordo, ho una bambina e penso che il periodo giusto di utilizzo sia quello delle medie, i bambini dovrebbero ora interagire fra di loro e non tramite un telefono cellulare” spiega Carlo, continuando: “Già sono bombardati da tantissime informazioni tramite internet, si rischia di perdere la concezione della realtà”.
Sulla stessa posizione anche Aurora, che parla di “decisione adeguata”. E spiega: “Andrebbe usato per scopi didattici alle superiori, ovviamente poi dipende dalla persona e dall’utilizzo che ne fa”.
Anche Roberta si conferma in accordo con la circolare emanata: “Ho due bambini e sono d’accordo. I cellulari in classe portano solo alla distrazione; penso che a scuola non servano”. Rimarcando anche l’altra indicazione fornita dal ministro, cioè il ritorno - oltre alle agende elettroniche - del classico diario dei compiti, commenta: “Sia per elementari che medie i telefoni non servono, occorrono, invece, libri e quaderni, mezzi più utili”.
Sulla stessa scia, anche evidenziando che il provvedimento era atteso da molto, Liviana sottolinea: “Ero favorevole da tempo, fin prima di questa notizia degli ultimi giorni”. E continua: “E’ una misura utile perché fa sì che i ragazzi non si distraggono con un mezzo, come è il cellulare, che può portare via l’attenzione”.
Conclude Veronica: “Essendo mamma di un bambino piccolo sono proprio d’accordo con questa decisione”.
“Prevenire è meglio che curare”, diceva il detto di un tempo, in questo caso, le misure adottate dal ministero (ritorno alla cultura “dello scrivere”, norme più presenti e precise circa il voto del comportamento e il no fermo all’uso dei telefoni) trova unanime accordo anche tra i rodigini. Di certo, prepara un Settembre carico di novità e che cercherà di porre regolamentazione a un fenomeno digitale ormai sempre più diffuso, fin dalla più giovane età.
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