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veneto
15.07.2024 - 08:25
Una giornata di festa si è trasformata in tragedia sul fiume Brenta, dove due giovani hanno perso la vita cercando di salvarsi a vicenda. Il dramma si è consumato domenica 14 luglio 2024, quando Bogdan Stefan Cristoiu, 30 anni, e Ramesh Ganegedara, 23 anni, sono stati inghiottiti dalle acque del fiume nei pressi del ponte di Curtarolo. Le ricerche del corpo di Ganegedara sono ancora in corso, mentre quello di Cristoiu è stato recuperato nella tarda serata di domenica.
Era una calda giornata estiva, e come spesso accade, molte persone si erano radunate lungo le rive del Brenta per cercare un po' di refrigerio. Tra loro c'era Ramesh Ganegedara, un giovane di 23 anni originario dello Sri Lanka e residente a Padova. Intorno alle 17.30, Ramesh si è tuffato in acqua per recuperare un pallone, ma presto si è trovato in difficoltà a causa della forte corrente del fiume. Bogdan Stefan Cristoiu, un trentenne di Curtarolo, ha notato la situazione critica di Ramesh e non ha esitato a tuffarsi per aiutarlo. Purtroppo, anche lui è stato sopraffatto dalla corrente e i due giovani sono scomparsi sotto gli occhi attoniti dei presenti.
Le ricerche dei corpi sono iniziate immediatamente e non si sono interrotte nemmeno con il calare della notte. Alle 22.40, i vigili del fuoco sommozzatori hanno individuato e recuperato il corpo di Cristoiu, trovato in un punto di risacca del fiume a quattro metri di profondità. La salma è stata messa a disposizione dell'autorità giudiziaria per il riconoscimento. Le operazioni di ricerca del corpo di Ramesh Ganegedara sono riprese la mattina del 15 luglio, coinvolgendo vigili del fuoco, operatori subacquei, un elicottero proveniente da Bologna e droni. Decine di persone si sono radunate lungo le rive del Brenta, alcune per assistere alle ricerche, altre per documentare l'evento con foto e video.
Il duplice dramma avvenuto sul Brenta non è un caso isolato. Solo un anno fa, il 10 luglio 2023, Arbi Hadfi, un 27enne di origini tunisine residente a Tremignon, è annegato nello stesso fiume, a Campo San Martino, dopo essersi tuffato nelle gelide acque davanti agli occhi della moglie. Questi tragici eventi sollevano interrogativi sulla sicurezza delle aree lungo il Brenta e sull'efficacia dei divieti di balneazione. Luciano Sandonà, consigliere regionale presente sul luogo della tragedia, ha dichiarato: "Ormai è diventata la spiaggetta della morte. Sono stati diversi i morti negli anni scorsi, c’è anche il divieto di balneazione. Il Brenta è un fiume molto infido e in questo tratto ci sono delle buche ed è pericolosissimo fare il bagno. Credo che nei prossimi giorni vadano presi dei provvedimenti drastici".
Le testimonianze dei presenti offrono uno spaccato straziante di quanto accaduto. Carlo, un trentenne residente a Padova, ha raccontato: "Erano circa le 17.30 quando mi sono accorto di una persona che si è tuffata nel Brenta per andare a recuperare un pallone. Sembrava anche abbastanza tranquillo, ma solo successivamente ho capito che cercava una persona che pochi istanti prima era scomparsa tra le acque del fiume. Improvvisamente, dopo alcune bracciate per tentare di guadagnare la riva, è scomparso sotto i miei occhi inghiottito dal fiume: una scena straziante che non potrò mai dimenticare".
Inoka, una cingalese residente a Selvazzano, ha fornito una ricostruzione inizialmente errata dell'accaduto, pensando che Cristoiu fosse entrato in acqua per recuperare un pallone. Successivamente, è emerso che il trentenne si era tuffato per salvare Ramesh, dimostrando un coraggio che purtroppo gli è costato la vita.
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