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veneto
15.07.2024 - 10:09
Cosa succede quando la fiducia in un medico viene tradita in modo così drammatico? È la domanda che si pongono decine di pazienti nel veneziano, risultati positivi all'epatite C dopo essersi sottoposti a procedure di autotrasfusione di sangue presso l'ambulatorio di un medico del Veneziano. Il caso, che ha scosso profondamente la comunità locale, è ora al centro di un'inchiesta della Procura di Venezia, con accuse che vanno dalla violazione delle norme sulle trasfusioni fino all'epidemia.
L'inchiesta è stata avviata a seguito di una segnalazione dall'ospedale di Dolo, che ha portato alla consulenza tecnica su una decina di pazienti per determinare il genotipo del virus. Si sospetta che il sangue autotrasfuso fosse mescolato con sostanze non identificate, indicate come 'vitamine' dai pazienti stessi. Questo dettaglio, se confermato, potrebbe aggravare ulteriormente la posizione del medico già sotto indagine per la sua vicinanza al movimento no vax durante la pandemia di Covid-19.
Durante la pandemia, si era avvicinato al movimento no vax, una scelta che gli era costata la radiazione dall'Ordine dei medici di Venezia. Un provvedimento che è ancora in corso di impugnazione, ma che getta un'ombra inquietante sulla sua pratica medica. La sua posizione anti-vaccino e le pratiche non convenzionali hanno sollevato dubbi e preoccupazioni, culminate ora in un'indagine che potrebbe avere conseguenze legali e professionali molto serie.
Nonostante la gravità della situazione, nessuno dei pazienti contagiati ha ancora sporto denuncia. Questo potrebbe essere dovuto a una combinazione di shock, paura e incertezza su come procedere. Tuttavia, la Procura di Venezia sta portando avanti l'inchiesta con determinazione, cercando di fare luce su una vicenda che ha messo a rischio la salute di molte persone.
Le accuse contro il medico sono gravi e potrebbero portare a conseguenze legali significative. Se le indagini confermeranno che il sangue autotrasfuso era contaminato e che le procedure non rispettavano le norme sanitarie, potrebbe essere ritenuto responsabile di un'epidemia. Questo caso solleva anche questioni più ampie sulla regolamentazione delle pratiche mediche alternative e sulla necessità di un controllo più rigoroso.
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