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Squalo pescato a Jesolo: "Liberatelo subito"

L'appello: "Specie a rischio di estinzione"

Squalo pescato per errore a Jesolo: l'appello di European Sharks per la protezione delle specie a rischio

Un giovane squalo volpe di 160-170 centimetri è stato recentemente pescato accidentalmente al largo di Jesolo. La guida professionista dell'Associazione Italiana Guide Professionali di Pesca (Aigupp) ha seguito le indicazioni del progetto "Life European Sharks", liberando il pesce senza portarlo a bordo e tagliando la lenza il più vicino possibile all'amo. Questo episodio mette in luce una problematica sempre più urgente: la protezione delle specie marine a rischio estinzione.

Gli squali volpe, come spiegato da Eleonora De Sabata, portavoce del progetto "Life European Sharks", utilizzano l'alto Adriatico come zona strategica per far nascere i loro piccoli. Tuttavia, nonostante la loro immagine di predatori temibili, questi squali sono ora a rischio e necessitano di protezione. "Si tratta in quasi tutti i casi di femmine gravide, che non possono essere pescate e in caso di catture involontarie come questa vanno lasciate andare velocemente", ha dichiarato De Sabata.

Gli squali, a differenza di altre specie marine come il tonno, depongono pochissime uova all'anno, rendendo la loro riproduzione estremamente lenta. Questo li rende particolarmente vulnerabili alla pesca eccessiva. "Gli ami si degradano, quindi il consiglio è di tagliare la lenza il più vicino possibile alla bocca del pesce e in modo rapido affinché sopravvivano", ha aggiunto De Sabata. Nell'ambito del progetto European Sharks, sono stati organizzati corsi per le guide di pesca ricreativa e professionale per sensibilizzarle sull'importanza di queste pratiche.

Un altro aspetto cruciale per la protezione degli squali è la segnalazione degli avvistamenti. European Sharks invita pescatori e cittadini a segnalare le zone di avvistamento degli squali, anche con foto e video, sul sito del Ministero dell'Ambiente e delle Capitanerie di Porto. "Anche se sono stati osservati qualche tempo prima, è importante capire le zone in cui sono più presenti, se possibile farne una mappatura e poterli proteggere", ha concluso De Sabata.


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