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ADRIA

“Cardiologia non è allo sbando”

Girardi: “Certi articoli non fanno il bene dell’ospedale, porte aperte anche a ripensamenti”

“Cardiologia non è allo sbando”

Girardi: “Certi articoli non fanno il bene dell’ospedale, porte aperte anche a ripensamenti”

ADRIA - “Amareggiato” Pietro Girardi, direttore generale dell’Ulss 5 Polesana nel leggere le cronache adriesi mattina relative all’ospedale santa Maria Regina degli Angeli. In particolare quel titolo “La grande fuga da cardiologia” che sente quasi come un pugno nello stomaco. “Amareggiato - sottolinea - perché, per me, il rilancio dell’ospedale di Adria è una priorità: non è una promessa, è un impegno che ho preso con me stesso”.

Entrando nel merito della questione si dice “amareggiato perché queste cose non fanno bene all’ospedale di Adria. Ognuno fa la propria parte, svolge il proprio ruolo, ognuno risponde delle proprie azioni, ma è giusto dire apertamente che se già oggi è difficile trovare medici, con articoli del genere diventa ancora più difficile”.

E ancora: “L’ospedale di Adria vive la situazione della stragrande maggioranza degli ospedali di quella dimensione. Per essere più preciso - incalza Girardi- Sono gli stessi problemi per tutti gli ospedali italiani. Nelle piccole strutture le criticità si aggravano. Per esempio, se ti vengono a mancare due persone in una struttura di 15, riesci in qualche modo a sopperire e ad attenuare il colpo sui cittadini. Ma due persone in meno su una struttura di quattro o cinque, è chiaro che quella struttura va in crisi”.

Perché due cardiologi hanno deciso di lasciare?

“Da quanto mi risulta, uno ha presentato le dimissioni, su un altro non so. Martedì scorso abbiamo fatto una riunione ad Adria con i cardiologi. Quello che ha deciso di lasciare, non si è presentato. L’ho mandato a chiamare, ma ha preferito non presentarsi. Spetta a lui, eventualmente, spiegare pubblicamente perché se va. Così pure se dovesse esserci qualche altro. Da parte mia posso dire che la porta è sempre aperta qualora ci fosse qualche ripensamento: metto sempre al primo posto il bene dell’azienda, che vuol dire la salute del cittadino”.

E conclude: “In ogni caso il reparto di cardiologia, come qualcuno lascia trasparire, non è allo sbando: abbiamo già la disponibilità di tre specializzandi pronti a venire a Adria tra fine agosto e primi di settembre. Ovviamente non possono lavorare in autonomia, pertanto stiamo studiano la giusta soluzione per valorizzare al meglio queste figure professionali. Confidiamo al più presto di avere qualche altro professionista”.

La chiosa finale è quasi un monito: “Lavoriamo per salvaguardare, migliorare e potenziare tutti i servizi dell’ospedale di Adria, cardiologia compresa. Abbiamo anche la consapevolezza che i problemi non si risolvono dalla mattina alla sera”.

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