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LA STORIA

In bici per 421 chilometri no stop

Oscar Tosini, alla soglia dei 79 anni, è ancora l’uomo dei record

In bici per 421 chilometri no stop

Oscar Tosini, un campione in bicicletta

L’uomo dei record non si ferma: “Avrei voluto arrivare a 500. L’anno prossimo ci torno e lo faccio”

Quattrocentoventuno chilometri in bici percorsi in 24 ore, senza mai dormire, a quasi 79 anni. Un record? Macché, Oscar Tosini - che a questo genere di imprese è abituato - non è per nulla soddisfatto. “Volevo arrivare a percorrere 500 chilometri. Era il mio obiettivo, la sfida con me stesso. Non ci sono riuscito, per una serie di imprevisti tecnici che non avevo considerato”. E quindi? “E quindi ci riproverò nel 2025, l’anno dei miei 80 anni: mi sembra il momento giusto per fare 500 chilometri in bici no stop in 24 ore”.

Ma se per Tosini, ex sindaco di Bosaro e assessore provinciale, poi nella seconda vita (dopo la politica) fenomeno a livello nazionale delle randonnée ciclistiche, il risultato ottenuto alla sua prima partecipazione alle “Roma XXIVh” non è del tutto soddisfacente, per chiunque altro sarebbe l’impresa della vita.

Intanto, chiariamo di cosa si parla. All’autodromo di Vallelunga, una trentina di chilometri fuori Roma, lo scorso weekend è andata in scena la quarta edizione di “Roma XXIVh”, corsa ciclistica di 24 ore in cui i partecipanti, solitari o organizzati per squadre, si sfidano per vedere chi percorre più chilometri nell’arco di un giorno intero. La partenza è stata data il sabato alle 18, lo stop - ovviamente - 24 ore esatte più tardi. Ogni partecipante può gestirsi come meglio crede, fermandosi per dormire o per mangiare, o proseguendo dritto. Alla fine, appunto, si fanno i conti.

Tosini, e dunque?

“Dunque in 24 ore ho percorso 103 giri di pista, per un totale di 420 chilometri e 800 metri”.

Piazzamento?

“Sessantaseiesimo assoluto, ottavo della mia categoria: quella degli over 60. Io però di anni ne compirò 79 a settembre”.

Mica male.

“Insomma: il mio obiettivo era arrivare a coprire 500 chilometri. La mia era una sfida con me stesso, non con gli altri partecipanti”.

E come mai non ce l’ha fatta?

“Non ho considerato alcuni fattori. Intanto il grande caldo: l’autodromo è un catino, tra le due pensate per ospitare il pubblico nelle gare automobilistiche e le barriere fonoassorbenti, non tira un filo di vento. Avevo preparato una bicicletta leggera, con una sola borraccia: in questo modo, però, ogni tre giri, quattro al massimo, mi dovevo fermare per riempirla. E quello è stato tutto tempo perso, anche perché sono andato al circuito da solo: avessi avuto almeno qualcuno che mi facesse trovare la borraccia piena avrei risparmiato un bel po’ di tempo, e percorso più strada”.

Come si fa a stare 24 ore in bici?

“Con tanto allenamento. Nel mio percorso di avvicinamento a questo evento ho cercato di fare uscite di 150 chilometri. Mi sono anche allenato a restare sveglio di notte, perché so che di notte si pedala meglio, anche per le temperature più miti. E così sabato, dopo essere partito alle 18, sono andato dritto per tutte la notte senza mai fermarmi. Soltanto la mattina dopo mi sono concesso una pausa per un abbondante colazione. Un’alimentazione corretta e costante è fondamentale per portare a termine una corsa di questo tipo. Nell’arco delle 24 ore non ho mai dormito”.

Dopo innumerevoli randonnée e ben tre Parigi-Brest-Parigi portate a compimento, qual è il suo prossimo obiettivo?

“Grazie all’esperienza maturata quest’anno, ora so come affrontare la 24 ore di Vallelunga: a luglio 2025 torno qui e faccio i miei 500 chilometri”.

Facile, no?

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