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Thomson-Fisher, coppia da sogno

Per loro una scelta di vita. Coach Giazzon se li coccola: “Hanno le qualità che cercavamo”

Thomson-Fisher, coppia da sogno

Per loro una scelta di vita. Coach Giazzon se li coccola: “Hanno le qualità che cercavamo”

Rossoblù in campo. Prima sessione di allenamento, martedì 23 luglio, per la Femi Cz Rugby Rovigo Delta.

Nella squadra tanti volti nuovi. Tra questi la coppia sudafricana formata dall’apertura Brandon Thomson e dal centro Ethan Fisher, che fa già sognare i tifosi. Il numero 10 e il numero 13 con la maglia rossoblù andranno a ricomporre la medesima coppia che la passata stagione ha fatto le fortune dei Pumas in Sud Africa.

I due sudafricani si sono presentati mettendo l’accento su come l’aver già giocato insieme sarà positivo a livello di gioco, perché sarà più facile per loro prendere delle scelte in campo.

La scelta di Rovigo da parte dell’apertura Brandon Thomson è stata (quasi) una scelta di vita. Per lui, che ha maturato esperienze di livello con 16 caps in Super Rugby, 28 in Pro14, 3 in Ercc e 23 in Currie Cup, ha prevalso la voglia di cimentarsi nel campionato italiano in una squadra dalle grandi referenze anche ambientali: “Mi sono sposato, mia moglie è incinta (di 31 settimane, ndr) - chiosa il nuovo mediano apertura rossoblù - ho deciso di venire a Rovigo perché ho sentito parlare bene dell’ambiente, e pensavo fosse una ottima scelta per iniziare una nuova avventura con la mia famiglia”.

Con queste parole, invece, si presenta il centro Ethan Fisher: “Il mio obiettivo è sempre stato quello di venire in Italia. L’avevo deciso quattro anni fa, Rovigo è una bella società e quindi appena mi si è presentata l’opportunità la scelta è stata immediata. Il mio ruolo è quello di centro e se dovessi scegliere preferisco il numero 13 (secondo centro ndr)”.

Con il loro arrivo continua il filo rosso che unisce la Rugby Rovigo al Sudafrica. Una linea quasi indissolubile con una Femi Cz Rovigo che ha un sudafricano sia nello staff tecnico che in campo.

Quando a Davide Giazzon è stato chiesto di questa scelta ha però chiosato: “Thomson e Fisher sono stati ingaggiati non perché sono sudafricani ma per le loro qualità di giocare: corrispondono al tipo di giocatore di cui la squadra necessitava. Poi potevano essere sudafricani, australiani, neozelandesi o di qualsiasi altra nazionalità, questo non importa. Ciò che importa è che i due ragazzi abbiamo quelle qualità che noi cercavamo in un’apertura ed in un centro”.

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