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ROVIGO

Profughi nell'ex convento: "Non siamo preoccupati"

La maggioranza degli intervistati si dice pro accoglienza

L’ex seminario dei Frati Minori Cappuccini di Rovigo, torna - dopo la chiusura della comunità conventuale lo scorso 3 Settembre – ad ospitare. 30 sono infatti i profughi richiedenti asilo che, da più di un mese, risiedono nel fabbricato.

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A renderlo noto, la conferma da parte della Prefettura di Rovigo: nell’arco di 45 giorni di presenza, il centro di accoglienza gestito dalla cooperativa Porto Alegre non ha riscontrato criticità e problematiche nelle attività. A chiarire la situazione, il sindaco Valeria Cittadin. Davanti a un bilancio di comportamento positivo e rassicurante da parte dei rifugiati accolti in queste prime settimane, pone l’accento su un’accoglienza garantita ma anche fondata sul reciproco rispetto delle norme di comportamento civile, per far sì che ci sia una vera integrazione nel tessuto sociale cittadino. “La situazione è monitorata” rassicura.

Il convento e l’ex seminario chiusi, senz’altro, hanno lasciato dopo la pluricentenaria attività, un grande vuoto alle porte di Rovigo e, secondo i residenti nelle zone limitrofe, prima fra tutte, il quartiere Tassina, la notizia si è saputa ora. Ad accoglierla, diverse posizioni. Tra chi è favorevole e chi meno all’accoglienza, una certezza resta in comune: l’ex convento dei frati è stato e rimane tutt’ora un pezzo importante della città, non solo per la sua storia ma anche per ciò che ha tramandato in tutti questi anni. L’appello unitario è proprio quello di non perdere una parte di cuore del capoluogo rodigino e polesano.

“Io sono per l’accoglienza, non c’è nessun problema se si comportano bene e se la situazione è gestita nel migliore dei modi” commenta Marco. Del parere opposto è invece Rudi: “La trovo una cosa oscena. Dopo anni di presenza dei frati, per me non è bello né per la città e il quartiere, né per l’orgoglio dei rodigini”. Davanti alla notizia degli ultimi giorni, sottolinea: “Non me lo sarei mai aspettato”.

Con un occhio al luogo nel quale sono ospitati i profughi, Martina evidenzia: “A parer mio va bene perché il posto almeno viene usato dopo parecchi mesi di chiusura. Se c’è cura e un trattamento rispettoso dell’ambiente, va bene”. Sulla stessa linea si colloca anche Filippo. Sorpreso per la novità della notizia, aggiunge: “Personalmente questa situazione non mi dà fastidio, sono per l’accoglienza”. Continua specificando: “Sono per un’accoglienza giusta, nella quale siano verificati adeguatamente e controllati i requisiti dei richiedenti per avere questo aiuto”. Guardando a un fabbricato ormai chiuso da mesi, Mariagrazia sostiene: “Sebbene non lo sapessi, l’ex convento/seminario è un pezzo della nostra storia locale: se lo stabile è chiuso, ben venga un suo utilizzo verso coloro che hanno bisogno”.

Un cambio d’uso che fa discutere ma trova anche una cassa di risonanza tra gli abitanti del capoluogo: accoglienza sì, ma giusta e controllata, verso chi ne ha bisogno e per tenere vivo un luogo e un carisma che di ospitalità ne ha vista e fatta tanta, nei suoi 455 anni in città.

 

 

 

 

 

 

 

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