Cerca

IL CASO

Cannabis light fuorilegge, aziende sull'orlo del baratro

Anche in Polesine la situazione è molto seria

Cannabis light fuorilegge, aziende sull'orlo del baratro

ROVIGO - Una norma che spegne il rinnovato entusiasmo verso una filiera che ha fatto la storia del Polesine e che sembrava destinata a una ripresa. Che per il momento, come nota la Cia, sembra andare in fumo. Con danni immediati a numerose aziende, almeno una decina quelle in Polesine.
Nel corso dell’esame nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera degli emendamenti al “Ddl sicurezza”, il disegno di legge “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario”, tra le diverse proposte di modifica è stata approvata quella che, di fatto, equipara la cannabis light a quella con più Thc. L’emendamento su “Misure aventi a oggetto le infiorescenze della canapa e dei prodotti da esse derivati” manda a gambe all’aria una decina di aziende produttrici di canapa del Polesine, area storicamente vocata a tale coltivazione. A lanciare l’allarme è la Cia di Rovigo, che spiega come “il provvedimento, inoltre, potrebbe avere importanti ripercussioni anche sul centro Crea, da anni fulcro della ricerca sull’uso terapeutico della canapa”. Questo perché, precisa la Cia rodigina, “il Governo ha varato un emendamento alla legge sulla canapa industriale che vieta ogni attività produttiva e commerciale connessa alle infiorescenze di canapa anche a basso o nullo tenore di Thc”.
Il testo di legge sarà all’esame della Camera dopo la pausa estiva. Però se nulla dovesse cambiare sarebbe un definitivo stop ad un segmento in costante espansione, con tassi di crescita importanti, soprattutto tra i giovani imprenditori. Che arriva, peraltro, in un periodo in cui la produzione è in pieno campo: “Stante così la situazione, gli agricoltori non potranno vendere il frutto del proprio lavoro, legale, tracciato e controllato dalle stesse forze dell’ordine. Non solo. Molti acquirenti, in un contesto di scarsa chiarezza dal punto di vista giuridico, stanno disdicendo gli ordini”.
Il presidente di Cia Rovigo, Erri Faccini definisce l’emendamento “penalizzante per tutti quegli imprenditori che nel corso degli anni hanno investito in una cultura legale e ad alto valore aggiunto. Gravi le ricadute su filiere agroindustriali di eccellenza come, ad esempio, la cosmesi, il florovivaismo, gli integratori alimentari e l’erboristeria; settori, questi, che nulla hanno a che vedere con le sostanze stupefacenti”.
Per la Cia, inoltre, è “inammissibile, il fatto che gli imprenditori agricoli siano stati inseriti in un disegno di legge che si occupa prettamente di sicurezza”.
“Ci auguriamo - precisa Faccini - che il Governo faccia un passo indietro e avvii immediatamente un confronto di merito sul tema della canapa industriale, insieme a tutte le categorie produttive. Nell’ultimo decennio diverse aziende, alla luce dei riscontri più che positivi del mercato estero, hanno investito centinaia di migliaia di euro su nuovi macchinari. Adesso, però, tali attrezzature diventano inutilizzabili. C’è chi ha acceso dei mutui. Ora si trovano a dover ripartire da zero a causa di una legge che impedisce loro di proseguire, nonostante il completo rispetto dei protocolli. L’obiettivo comune deve restare la valorizzazione di un prodotto che è alla base di filiere di eccellenza del Made in Italy agroindustriale”.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400