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veneto
07.08.2024 - 08:37
Donata Giacometti, 45 anni, madre di quattro figli e con altri due in affido, è stata trasportata d'urgenza al pronto soccorso dell'ospedale San Bortolo di Vicenza. Quello che doveva essere un semplice ricovero si è trasformato in una tragedia che ha scosso profondamente la comunità locale e ha portato all'apertura di un'inchiesta per omicidio colposo.
Donata Giacometti, residente a Vicenza con il marito Nicola, era una figura molto conosciuta e rispettata nella comunità, grazie al suo impegno con la comunità Papa Giovanni XXIII. La mattina del 7 giugno, Donata ha iniziato a lamentare forti dolori addominali. Il marito ha immediatamente chiamato il 118, e in pochi minuti un'ambulanza è arrivata per trasportarla al pronto soccorso del San Bortolo.
L'ambulanza è arrivata alle 11.15, ma Donata è rimasta in attesa di essere visitata per circa cinque ore, nonostante i dolori al basso ventre fossero in aumento. Solo dopo le 16, la paziente ha saputo di avere alcuni valori ematici fuori norma, inizialmente compatibili con un'appendicite, che però è stata quasi subito esclusa. Nel frattempo, il marito di Donata ha contattato un medico dell'ospedale di San Bonifacio, che aveva visitato la moglie in precedenza, e ha deciso di trasferirla lì.
A tarda sera del 7 giugno, Donata è arrivata all'ospedale di San Bonifacio. I medici veronesi hanno riscontrato un quadro infiammatorio piuttosto importante. La situazione è precipitata rapidamente, e intorno alla mezzanotte si è deciso di sottoporla a un intervento chirurgico. L'intervento si è protratto fino alle quattro del mattino del 9 giugno, ma purtroppo non c'era più nulla da fare. Donata è deceduta alle 5 del mattino per una setticemia.
La famiglia di Donata, ritenendo che ci siano state delle negligenze durante il ricovero al San Bortolo, ha presentato un esposto alla procura tramite l'avvocato Gianluca Tencati del foro di Rimini. Questo ha portato all'apertura di un'inchiesta per omicidio colposo. Nei giorni scorsi, la polizia giudiziaria ha acquisito le cartelle cliniche relative al ricovero di Donata al San Bortolo. "Siamo nelle mani della procura", ha dichiarato l'avvocato Tencati. "A parer nostro ci sono state delle negligenze e delle mancanze nel periodo in cui la signora è rimasta al San Bortolo. Nessuno ha sete di vendetta, ma solo di giustizia".
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