VOCE
RIFIUTI
07.08.2024 - 07:04
“Buttare tutto a mare? Non ci sto. Non mi presto a fare la bella statuina mentre viene cavalcato un populismo che non porta da nessuna parte, con il tema delle tariffe usato come specchietto per le allodole, perché la guerra contro Ecoambiente, vista come nemico, ha scopi diversi. Sono ben altri gli interessi e c’è chi vuole mettere in discussione anche l’impianto per il biogas a Sarzano, finanziato con quasi 12 milioni dal Pnrr, che se venisse bloccato sarebbe chiaramente un regalo a qualcuno e non ai cittadini polesani, perché ci impedirebbe di diventare autonomi e continueremo a conferire a tariffe che oggi possono essere vantaggiose ma domani possono essere alzate senza che possiamo farci nulla”.
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Vinicio Piasentini è un fiume in piena e spiega così la decisione di rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio di bacino, l’ente formato dai Comuni della provincia, al quale spetta l’organizzazione e il controllo della gestione dei rifiuti, affidata in house a Ecoambiente, società “di proprietà” degli stessi Comuni, all’indomani dell’assemblea dei sindaci che ha approvato il documento in cui si chiede la revisione del piano industriale dell’azienda.
Piasentini, nominato nell’ottobre 2022, succedendo ad Antonio Laruccia, spiega: “Non ha senso rimanere presidente se non ci sono più i presupposti e vengono approvati documenti come quello avanzato nell’assemblea di Ecoambiente, che riprende quello proposto da 19 sindaci già a marzo, nell’assemblea del Consiglio di bacino, nel quale non c’era solo un discorso sulla ripartizione delle tariffe, ma si mettevano in discussione tutte le scelte fatte in condivisione negli ultimi anni, compresa quella del biogas a Sarzano”.
Scelte che Piasentini rivendica: “Abbiamo ottenuto risultati straordinari che altri ci invidiano, migliorando i servizi e i risultati organizzativi ed economici. I costi ci sono e vanno coperti: è stato deciso di farlo con la tariffa puntuale, come avviene da anni a Treviso. Abbiano seguito quel modello virtuoso e abbiamo costruito una tariffa unica provinciale che è diventata materia di studio dell’Università di Pisa e che ha ricevuto un riconoscimento e una menzione speciale all’Eco-Forum a Roma. Un modello che ha dato risultati a Treviso e li sta dando anche qua: sentire il sindaco di una città che era al 50% di differenziata e ora è all’82, dire che è meglio tornare ai cassonetti perché ci sono sacchi in giro non ha senso, anche perché non è certo così che si tagliano le tariffe, anzi. Con questo non dico che il piano industriale non vada rivisto, sono passati quattro anni in mezzo ai quali c’è stata la pandemia, i rincari energetici, l’inflazione fino al 10%. Ma non accetto che si dica che è tutto sbagliato. Per questo saluto e ringrazio direttore e dipendenti, oltre ai sindaci che hanno creduto in una gestione virtuosa e condivisa”.
Poi aggiunge: “Se c’è qualcuno che paga di più, c’è anche chi paga di meno, ma non scrive sui social. In questi anni, poi, è aumentata anche la tariffa dell’acqua e facciamo i conti con problemi sulle reti: perché i sindaci non si lamentano? Sono stati i sindaci a decidere la ripartizione delle tariffe, sulla base dei paletti fissati da Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente e degli standard indicati dalla Regione. Va detto anche che c’è chi non aveva mai pagato e ora si è trovato a pagare. E che ci sono persone ignote alle anagrafi che abbandonano i rifiuti, perché chi non è registrato non può più buttare la spazzatura. Ma sarebbe il caso che i sindaci mandassero la polizia locale a controllare queste situazioni”. Intanto, la struttura tecnica del Consiglio di bacino spiega che “procederà nelle prossime settimane con l’avvio delle attività amministrative prodromiche alla candidatura e successiva elezione del prossimo presidente”.
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