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Il paese piange Franco Calzoni

Si è spento a 83 anni lo storico tecnico idraulico. Martedì a Donzella i funerali

Il paese piange Franco Calzoni

Si è spento l’altra sera all’ Ospedale di Padova, dove era stato trasportato d’urgenza per un improvviso malore, Franco Calzoni. Aveva 83 anni. Lascia la moglie Nadia e i figli Mirca e Armando. I funerali si svolgeranno martedì prossimo, alle ore 11, nella chiesa di Donzella.

La notizia ha suscitato in tutto il Delta profonda commozione. Franco Calzoni era un personaggio molto conosciuto e stimato, la sua è una delle famiglie più note della zona. Aveva lavorato prima per 15 anni come tecnico idraulico del Comune di Porto Tolle, poi si era “messo in proprio” e aveva aperto una attività come artigiano.

Franco era un uomo molto educato, gioviale e apprezzato dai cittadini, da chi aveva lavorato con lui e anche dagli “avversari” delle ditte concorrenti. Tutti quelli che lo hanno conosciuto ricordano con grande riconoscenza e affetto la sua generosità: “Una persona seria, affidabile e premurosa. Sul suo lavoro era molto preciso e preparato, ha insegnato il mestiere a tanti giovani. Un vero maestro, una gran brava persona”.

Nato a Budrio, in provincia di Bologna, negli Anni Sessanta si era trasferito nel Delta, dove si era felicemente fermato dopo aver conosciuto Nadia, la donna della sua vita. Lasciata definitivamente l’Emilia, aveva incominciato a lavorare come operaio idraulico con piccole imprese nel territorio, per poi passare alle dipendenze dell’amministrazione comunale di Porto Tolle. 

Nel 1969 si era sposato con Nadia Vidali, dal loro matrimonio sono nati due figli, Mirca e Armando. Franco Calzoni per la sua bravura è sempre stato considerato un punto di riferimento. Ha amato il suo lavoro con grande intensità. “Era sempre disponibile e correva da chi lo chiamava per un guasto, una improvvisa perdita dell’acqua, anche negli orari meno opportuni. Diceva: se mi hanno cercato vuol dire che hanno bisogno e io devo andare”.

Non per questo trascurava i suoi hobby e i momenti di svago. In particolare l’attività venatoria (quando era giovane), la caccia in campagna e la pesca in barca, alle foci dei fiumi, che ha praticato sino agli ultimi anni. Gli piacevano le “cose fatte in casa”, i prodotti genuini. L’orto, il pollaio, i salumi, il buon vino Sangiovese, fatto arrivare dall’Emilia. Nella foto sotto, in particolare, lo si vede nella sua "camera dei salami".

Gli piaceva molto cucinare e, sempre negli anni giovanili, anche l’attività politica: era un convinto socialista.

Poi la passione per il calcio. Tifoso del suo Bologna, amava il Delta di cui era diventato dirigente. Oltre a seguire gli impianti idraulici dello stadio, si dilettava anche ai fornelli. Le cene con la squadra, le sue tagliatelle al ragù bolognese sono ricordate dai giocatori di quel tempo con dolce nostalgia.

Era orgoglioso della sua bella famiglia, un nucleo solido, e della crescita professionale dei suoi figli. Mirca è diventata maestra elementare e vive a Porto Viro. Armando, dopo gli studi da perito meccanico, ha seguito le orme del padre, è un apprezzato tecnico  e si occupa di impianti di riscaldamento e climatizzazione. I suoi figli adesso lo piangono: “Un uomo buono, generoso e schietto, ma soprattutto sempre disponibile con il prossimo; un bolognese che si è interamente integrato nel nostro Polesine con tante amicizie e conoscenze. Per coloro che lo conoscevano, se vi capitasse di pensarlo, sorridete, lui avrebbe voluto così. Ciao grande papà”.

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