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l'allarme
13.08.2024 - 09:25
Le montagne veronesi, da sempre meta di escursionisti e amanti della natura, stanno affrontando un problema crescente: l'aumento delle infezioni trasmesse dalle zecche. Cinque casi gravi sono stati registrati nel Veronese, con uno sicuramente autoctono sul Baldo. Nonostante non si parli ancora di emergenza, il Dipartimento di prevenzione dell'Ulss 9 Scaligera invita a prestare massima attenzione.
Il dottor Fabrizio Cestaro, direttore del dipartimento di prevenzione dell’Ulss 9, insieme al dottor Francesco Marchiori, dirigente medico del servizio igiene sanità pubblica, sta monitorando la situazione. "Anche nelle nostre montagne, sul Baldo e in Lessinia, troviamo le zecche che possono trasmettere la malattia di Lyme e l’encefalite da zecche (Tbe)," afferma Cestaro. Queste malattie, se trascurate, possono provocare gravi problemi cardiaci e neurologici, con conseguenze debilitanti anche per lunghi periodi.
Un caso particolarmente preoccupante è stato riscontrato sul Baldo, dove un agricoltore è stato colpito da Tbe, una patologia sicuramente trasmessa da zecche. Questo episodio conferma che il problema è in aumento anche nelle nostre zone. Le aree infette sono generalmente nell’arco alpino del Nord Est, ma l’encefalite da zecca sta raggiungendo anche il Veronese.
La prevenzione è fondamentale per evitare le infezioni da zecche. Il dottor Marchiori raccomanda di indossare abbigliamento adatto quando si frequentano luoghi a rischio: scarpe alte chiuse, calzettoni e pantaloni lunghi. È importante evitare di camminare vicino ai cespugli e il contatto con l’erba alta, rimanendo sui sentieri. Al rientro, è consigliabile controllare tutto il corpo allo specchio o sotto la doccia e lavare i vestiti a più di 30 gradi. L’uso di repellenti cutanei è altrettanto importante.
Se si trova una zecca, è essenziale rimuoverla subito con calma, utilizzando una pinzetta da applicare il più vicino possibile all’attacco sulla pelle. Tirare dolcemente ma con decisione, imprimendo un leggero movimento rotatorio. La zecca non va strappata, poiché potrebbe rimanere nella pelle. Nei 15 giorni successivi, è necessario controllare la parte dove la zecca è stata rimossa. In caso di rossore, gonfiore, dolore, febbre, mal di testa o dolori articolari, è bene rivolgersi al medico.
Anche i cani devono essere protetti con antiparassitari efficaci contro le zecche, almeno una settimana prima dell’inizio della stagione a rischio, dalla primavera a ottobre. Come per l’uomo, è importante controllare il corpo degli animali dopo ogni uscita.
Per la Tbe, la profilassi specifica è il vaccino, raccomandato soprattutto per chi frequenta la montagna anche per lavoro. La vaccinazione è disponibile presso i Centri vaccinali del servizio igiene sanità pubblica dell’Ulss 9, prenotabile telefonicamente, tramite mail o sistema di prenotazione online.
L’encefalite da zecca (Tbe) è una malattia virale acuta che colpisce prevalentemente il sistema nervoso centrale. Dopo il morso da zecca infetta, nel 70% dei casi si manifesta un’infezione con sintomi poco rilevanti o asintomatica. Nel restante 30%, dopo alcuni giorni dal morso, si ha una fase con sintomi simil-influenzali con febbre. Nel 10-20% di questi casi, inizia una seconda fase caratterizzata da gravi disturbi del sistema nervoso centrale. In casi estremamente rari, la malattia può portare al decesso. La Borreliosi di Lyme, invece, si manifesta inizialmente con una caratteristica macchia rossa a bersaglio. Se non trattata, può complicarsi con disturbi neurologici e circolatori. Tuttavia, se diagnosticata in tempo, la malattia si cura con successo con terapia antibiotica.
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