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confartigianato
14.08.2024 - 21:07
“La piaga della contraffazione c’è da molto tempo e ne discutiamo in tutti i tavoli di confronto sul settore moda, anche in Regione, ma al di là dei controlli, purtroppo ci sono pochi strumenti per combatterla”. Katia Pizzocaro, presidente della federazione moda di Confartigianato Imprese Veneto, è titolare insieme alla mamma Maria Teresa e alla sorella Cinzia, di un’azienda calzaturiera ereditata dal papà Paolo, la Paoul, nel cuore del Distretto del Brenta, che produce scarpe da ballo.
Il fenomeno lo conosce molto bene. “A mio avviso oltre ad intensificare le ispezioni da parte delle forze dell’ordine, bisognerebbe controllare la quantità dei prodotti realizzati rispetto al numero dei lavoratori - afferma la Presidente - ma non ho la presunzione di avere la soluzione. Noi abbiamo lottato contro la concorrenza sleale per anni ma abbiamo capito che non potevamo competere contro il low cost, non con un’azienda che vuole rappresentare il Made in Italy. Così abbiamo cambiato strategia e abbiamo puntato sulla ristrutturazione del brand e sul marketing. Abbiamo vinto, oggi siamo riconosciuti nel mondo come una delle aziende leader delle scarpe da ballo”.
“Le nostre imprese non possono basare la propria competitività solo sulla qualità, quella la sanno fare e bene. C’è un problema soprattutto per i terzisti, per i quali la concorrenza sleale è principalmente sul prezzo. Credo debbano strutturarsi e fare rete, per rafforzare la produttività e batterla su grosse commesse. Oggi i grandi marchi hanno capito che la differenza la fa la professionalità della forza lavoro. E in Italia siamo maestri, soprattutto gli artigiani”.
L’acquisto di merce falsa è un fenomeno di massa che coinvolge circa un quarto delle famiglie italiane, ma secondo una ricerca del Censis del 2023, il 62,9% è convinto di comprare un prodotto originale e dichiara di essere stato ingannato. Secondo quanto riportato nell’ultimo Rapporto Iperico (relativo ai sequestri per contraffazione di Guardia di Finanza e Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli di Stato), tra il 2008 e il 2022, su tutto il territorio nazionale, sono stati effettuati 223mila sequestri, con circa 631 milioni di pezzi dal valore economico stimato di oltre 5,9 miliardi di euro.
In Veneto, nel medesimo arco temporale, sono stati effettuati 8.691 sequestri, per un totale di 28,6 milioni di pezzi del valore stimato di quasi 265 milioni di euro. In particolare nel 2022 in Veneto sono stati effettuati 383 sequestri di circa 363mila pezzi per un valore stimato di 1,6 milioni di euro. E mentre a livello nazionale, nel 2022, a fronte di un leggero incremento del numero di sequestri (+7,8%) si rileva una contrazione dei pezzi sequestrati (-56,5%) con un valore economico stimato di 57,6 milioni, in leggero aumento rispetto all’anno precedente (1,9%), in Veneto la dinamica è diversa. I sequestri sono aumentati del 22,8% con un netto calo di numero di pezzi (da oltre 3 milioni agli attuali 363 mila) ma con un valore stimato raddoppiato (da 822mila euro a 1 milione 618 mila euro).
I recenti studi internazionali da parte Ocse ed Euipo evidenziano come sia cambiata la strategia da parte delle organizzazioni dedite al business illegale della contraffazione. In sostanza si sono organizzati con una parcellizzazione delle spedizioni in piccoli quantitativi in grado di superare più agevolmente i controlli. A questo, negli ultimi anni si è aggiunto il commercio online di beni contraffatti effettuato attraverso la digital economy e le piccole spedizioni.
Il settore della moda (abbigliamento, accessori e calzature) rappresenta, nella nostra regione, il comparto maggiormente colpito. Seguono orologi e gioielli, apparecchiature elettriche, giocattoli, minuteria e bigiotteria.
“La reputazione delle nostre imprese è pesantemente incrinata dalla contraffazione - afferma il presidente di Confartigianato Imprese Veneto Roberto Boschetto - Negli ultimi 15 anni il comparto moda, che esporta nel mondo il nostro Made in Italy, è stato interessato da un numero elevato di sequestri, pari al 69,3% del totale. La contraffazione dunque reca un grave danno ad un settore”.
Per contrastare il fenomeno, a livello regionale Confartigianato Imprese Veneto ha siglato l’anno scorso con la Regione Veneto e le parti sociali un protocollo sulla legalità che dovrebbe sensibilizzare, promuovere e sostenere la cultura della legalità.
Sono oltre 100mila le aziende artigiane venete operanti nei settori maggiormente esposti a concorrenza sleale e contraffazione, circa l’83% del totale nell’artigianato.
“Alla contraffazione poi si aggiungono altri due fenomeni che investono altri settori come l’abusivismo, che colpisce particolarmente il comparto del benessere e il lavoro nero, diffuso purtroppo a macchia di leopardo. È necessario combattere la piaga dei laboratori clandestini, attraverso strumenti repressivi ed un progetto di riforma dei reati in materia di lavoro nero e contraffazione ”.
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