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il racconto

“La mia maratona a cinque cerchi”

“Che emozione il percorso di Parigi. Per esserci sono stato sorteggiato, e mi sono allenato duramente”

“La mia maratona a cinque cerchi”

Di corsa, al traguardo delle Olimpiadi di Parigi 2024. Sono terminate da pochi giorni, con tanti successi per l’Italia, le competizioni internazionali che hanno visto la Francia ospitare atleti da tutto il mondo.

Tra gli sportivi appassionati anche il rodigino Andrea Zamolo che del running e non solo ha fatto la sua passione di vita: Zamolo ha percorso, lo scorso sabato sera, i 42 chilometri della maratona non competitiva, seguendo però lo stesso percorso dei professionisti, che si è tenuta proprio durante le Olimpiadi. A testimoniarlo, la medaglia che è stata data a tutti gli atleti e simpatizzanti dello sport che sono riusciti a giungere in tempo al traguardo. L’attività era pensata su due livelli: la maratona e la corsa di 10 chilometri. A partecipare, circa 40mila persone provenienti da tutto il mondo.

“È difficile spiegare - racconta il runner - cosa si vive perché va ben oltre ciò che si vede in televisione. Per me è stato tutto bello, in una città stupenda, ottimamente organizzata in termini logistici, di assistenza e di sicurezza. Ho chiuso la gara senza problemi, ovvio che la fatica c’è stata, anche perché il percorso è stato tosto con tante salite, ma il giorno dopo sono riuscito comunque, con mia moglie che mi ha accompagnato, a farmi altri due passi per la città”. Da Parigi, arrivando sino a Versailles per poi ritornare, tra la città e le zone limitrofe. “Non sei solo - commenta Andrea Zamolo - ma sei con tante altre persone che vengono da tutte le parti del mondo e tutte condividono con te la stessa passione per la corsa. È qualcosa di indescrivibile”.

Un percorso che costa anche fatica in termini di allenamento e preparazione: “Ovviamente, ho dovuto fare un percorso di preparazione e non posso che ringraziare il gruppo Run-it di cui faccio parte e, in particolar modo, Luca Favaro per avermi guidato in questi due mesi intensi. Ce l’abbiamo fatta, pur con la difficoltà del caldo, che poi si è fatta sentire anche durante la maratona stessa. Non è la prima maratona che faccio; inoltre, faccio parte del gruppo del Triathlon. Lo scorso anno ho partecipato a quella di Firenze, ma questa è di sicuro la più emozionante in assoluto, anche in termini di numero di persone presenti, oltre che di pubblico: non c’era angolo di strada in cui si passasse senza tifoserie. C’erano persone che non si conoscevano, ma che si riconoscevano nei colori della propria bandiera e si facevano foto insieme”.

E per arrivarci, un po’ la buona sorte ha inciso: “Per poter partecipare, bisognava iscriversi ad un’app che ti chiedeva di sostenere mensilmente delle sfide che dovevi completare. Dopodiché, veniva estratto volta dopo volta un certo numero di pettorali per partecipare. Io sono stato fortunato: ero stato estratto prima per la 10 chilometri, poi anche per la maratona. Dopodiché hanno anche chiesto il best time in modo da essere inseriti nelle griglie corrette. È un’idea molto bella perché stimola al movimento, tutti insieme”.

E ora, resta una medaglia, a monito di ricordi indelebili. E chissà se Zamolo sarà anche a Los Angeles nel 2028.

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