VOCE
ECONOMIA
16.08.2024 - 16:15
Confartigianato chiede più controlli per evitare fenomeni di abusivismo nel settore acconciatura ed estetica.
Nel periodo estivo e in concomitanza con le ferie cresce il fenomeno dell’abusivismo nei settori dell’acconciatura ed estetica. Un fenomeno che si è aggravato nel periodo pandemico e che ha favorito l’inserimento nel mercato di figure che erogano prestazioni irregolari, sottraendo in tal modo clientela ai saloni. Si aggiunge al quadro già critico il recente proliferare di piattaforme online che operano indisturbate, proponendo prestazioni a domicilio o addirittura in forma ambulante, senza curarsi dei limiti imposti dalle normative di settore e dai regolamenti comunali.
In estate il problema è ancora più evidente, legato al fatto che, soprattutto nelle località di vacanza balneari o di montagna, le persone si affidano al passaparola locale o ai siti online per ricercare estetisti e parrucchieri, non conoscendo i professionisti certificati che operano in loco. Spesso poi, per risparmiare o per esigenze dell’ultimo minuto, si affidano a chi presta servizio nella propria abitazione senza autorizzazioni o a domicilio, senza alcuna garanzia di rispetto delle norme igienico-sanitarie ed eludendo il fisco.
“L’abusivismo nella nostra categoria a livello nazionale raggiunge tassi del 27,6%, la più alta dei vari settori superando di gran lunga il tasso medio nazionale, che si ferma al 14,4% - afferma la presidente della federazione Benessere e del gruppo di Mestiere Acconciatura di Confartigianato Imprese Veneto Beatrice Daniele - Da tempo, anche con le altre associazioni di categoria, stiamo promuovendo una campagna di sensibilizzazione sui nostri canali social e web per combattere il fenomeno, come l’ultima campagna partita a fine giugno in condivisione con Cna e con il patrocinio del ministero delle imprese e del Made in Italy. C’è un’urgente necessità di sensibilizzare la popolazione sull’importanza di affidarsi esclusivamente a imprese regolari e professionisti qualificati, in grado di offrire servizi sicuri e di qualità, nel pieno rispetto delle norme igienico sanitarie e di tutela della salute delle persone”.
In Veneto operano 12.315 aziende, di cui 7.933 nel settore dell’acconciatura e 4.382 nell’estetica, occupando 23.739 addetti (16.003 addetti nell’acconciatura e 7.736 nell’estetica).
“Credo che le aziende che operano nella legalità vadano tutelate e protette dalla concorrenza sleale - interviene la presidente del Gruppo di mestiere estetica di Confartigianato imprese Veneto Cristina Scurtu - noi imprenditori ed imprenditrici, che siamo principalmente artigiani, ci sottoponiamo a continui aggiornamenti e partecipiamo a corsi di formazione per noi e i nostri dipendenti, per offrire ai nostri clienti un servizio di alta qualità, con attrezzature e prodotti certificati, professionalità e affidabilità. Purtroppo le persone non pensano che rivolgendosi ad operatori non qualificati possono mettere a repentaglio la propria salute. Non solo. In una situazione di inosservanza delle norme vigenti, si può correre addirittura il rischio di ricevere a propria insaputa trattamenti che possono essere effettuati solo da personale medico specializzato, che possono comportare danni, perfino molto gravi, alla salute”.
Confartigianato imprese Veneto chiede un’intensificazione dei controlli da parte delle autorità competenti nei confronti di chi opera nell’illegalità e dall’altra, con questa azione di sensibilizzazione contro l’abusivismo, vuole lanciare un richiamo forte alla popolazione, affinché non solo eviti di affidarsi a estetisti e parrucchieri non autorizzati o qualificati, ma segnali anche alle autorità situazioni di illegalità a tutela della categoria.
“E’ vero che i costi di gestione sono elevati, tra aumento dell’energia, formazione, affitti o mutui per i locali e acquisto di apparecchiature e attrezzature sempre più moderne e tecnologiche - concludono Daniele e Scurtu - ma non può essere un alibi per lavorare in nero o risparmiare sulla pelle dei clienti. I cittadini devono sapere che ricevere trattamenti nella propria abitazione o in locali non a norma è illegale e che scegliere di rivolgersi a imprese regolari vuol dire sostenere i lavoratori, l’economia del Paese e lo sviluppo delle imprese”.
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