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VALLIERA

Ecco i segni lasciati da san Rocco

“E’ passato con le parole di un giovane prete che parla di Dio con passione e senza paura”

Ecco i segni lasciati da san Rocco

La tradizionale processione ha calato il sipario sui festeggiamenti dedicati al patrono di Valliera, san Rocco. Il corteo dei fedeli ha preso il via dall’ex oratorio, mentre un gruppo di volontari ha portato a spalle la statua del santo e don Simone Finotti, il più giovane dei sacerdoti, aveva la reliquia del santo.

L’amministrazione comunale era rappresentata dal consigliere comunale Gino Donà, delegato del sindaco per la frazione, mentre un agente della polizia locale ha portato il gonfalone della città. Invece la vigilessa Daniela Crepaldi ha gestito in maniera impeccabile il traffico coordinando alcuni volontari, in modo particolare nel momento di attraversare la Sr443. La processione ha percorso alcune strade del centro del paese, accompagnata dai canti del coro Aquaviva diretto da Giovanni Mori che ha animato la celebrazione liturgica.

Gran parte delle abitazioni, lungo il percorso, avevano luci e drappi alle finestre in segno di festa e devozione. Punto di arrivo l’area verde attorno al santuario Madonna dell’Autista dove è stata concelebrata la messa da don Simone, insieme a don Nicolò Grandesso e don Fabio Finotello. “È passato anche quest'anno: san Rocco ci ha dato il suo dono – ricorda il parroco don Fabio - Lo ha fatto come al solito inaspettatamente, con le parole di un giovane prete che parla di Dio con passione e senza paura: affidiamo, dunque, a san Rocco la vita e il ministero di don Simone e le vocazioni sacerdotali in Polesine: ‘farsi prete’ è meraviglioso, uno spettacolo vivente”.

Don Fabio ha poi aggiunto una riflessione sullo spettacolo acrobatico svoltosi nel piazzale al termine della messa. “San Rocco è passato, sì, ha dato il suo dono inaspettato con un giullare di passaggio, venuto quasi da un medioevo lontano, chiamato per uno spettacolo, e che invece, toh!, inscena davanti a una Chiesa, che ha appena dato lo spettacolo del Vangelo, una lezione bella e sconvolgente: fidandoci l'uno dell'altro e tirando tutti la nostra corda in un gioco di squadra, le nostre comunità possono fare acrobazie e diventano spettacolo vivente. Grazie, san Rocco. Ogni anno non deludi mai: il giorno dopo il tuo passaggio, con il tuo saso al polso, ci sembra di aver toccato il cielo”.

Molti i fedeli nei giorni scorsi si sono recati in santuario per un momento di raccoglimento personale e di preghiera e per ritirare il tradizionale saso, segno di devozione a san Rocco al quale si chiede di rafforzare la propria fede confidando nella sua protezione.

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