VOCE
sanità
20.08.2024 - 19:31
Nessun caso di vaiolo nelle scimmie in Veneto dallo scorso mese di marzo. La rassicurazione arriva direttamente dalla Regione che mette così a tacere le voci che si erano diffuse nei giorni scorsi.
Una nota ufficiale della Direzione prevenzione, sicurezza alimentare e veterinaria della Regione Veneto spiega che “negli ultimi giorni sono state pubblicate alcune notizie, che descrivono erroneamente la presenza di nuovi casi (negli ultimi due mesi) in Veneto di Monkeypox (mpox). In Regione Veneto non sono stati segnalati casi di Monkeypox negli ultimi mesi”.
E ancora: “Gli ultimi casi di malattia risalgono infatti a marzo 2024. Da inizio anno sono stati registrati, a livello regionale, 7 casi umani di Monkeypox. La fascia di età coinvolta ha compreso persone di età tra i 24 e i 51 anni. Il virus responsabile di Monkeypox si divide in due tipologie principali denominate clade I e clade II. Il clade I è associato a infezioni più gravi e mortalità più elevata, mentre il clade II causa infezioni meno gravi. La trasmissione della malattia può avvenire attraverso il contatto fisico stretto (faccia a faccia, pelle a pelle, bocca a bocca o bocca a pelle), compresa l'attività sessuale, con una persona infetta, con i suoi fluidi corporei o le sue lesioni cutanee”.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha recentemente dichiarato Monkeypox come “Emergenza di salute pubblica internazionale” a seguito dalla rapida diffusione della patologia e l’emergere del clade I nel continente africano.
Ad oggi è stato segnalato un caso di Monkeypox clade I in Europa (Svezia) e, secondo il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, probabilmente ve ne saranno altri nei prossimi mesi.
“Il Veneto - viene sottolineato - sta rafforzando ulteriormente la sorveglianza sanitaria secondo quanto richiesto dalla circolare del ministero della salute del 19 agosto scorso. L’andamento epidemiologico è attentamente monitorato. Relativamente alle misure di prevenzione del Monkeypox, esiste un vaccino attualmente autorizzato all’uso in Italia che può essere raccomandato solo in situazioni specifiche di rischio (storia recente di più partner sessuali, partecipazione ad eventi di sesso di gruppo, uomini con diagnosi di altre infezioni sessualmente trasmesse). È possibile trovare maggiori informazioni nel sito regionale e rivolgersi al Servizio vaccinale dell’Ulss”.
Il vaccino è fornito direttamente dal ministero della salute e in Veneto, dal 2022, sono state immunizzate 1.776 persone a rischio.
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