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IL CASO

Agricoltura, congelati pure i ristori

Nonostante abbiano perso tutto il raccolto, molte aziende non riceveranno neanche un cent

Agricoltura, congelati pure i ristori

Nonostante abbiano perso tutto il raccolto, molte aziende non riceveranno neanche un cent

“Respinte decine di domande di risarcimento per i danni causati dalle gelate 2023. E’ una situazione intollerabile, oltre che paradossale”. Lauro Ballani, presidente di Confagricoltura Rovigo, non usa mezzi termini nell’esprimere sconcerto per le comunicazioni via Pec che stanno arrivando alle aziende agricole polesane da AgriCat, fondo mutualistico istituito da Ismea, per dare una risposta a eventi catastrofali come il gelo, le alluvioni e la siccità.

“In questi giorni molte aziende hanno ricevuto da AgriCat comunicazioni di respingimento delle domande di ristoro per i danni causati dalle gelate 2023 - spiega - si tratta di aziende, prevalentemente ortofrutticole dell’Alto Polesine, che hanno perso gran parte del proprio raccolto a causa della gelata primaverile che lo scorso anno colpì la nostra provincia. Dal 2023 le domande di aiuto per danni provocati da eventi catastrofali vanno inoltrate ad AgriCat, un fondo mutualistico in gran parte finanziato con risorse prelevate dalla Pac: su 350 milioni di dotazione, un terzo è prelevato dai fondi degli agricoltori. Ci si aspettava finalmente una risposta concreta e rapida alle necessità delle imprese che subiscono gravi danni da eventi calamitosi: basti ricordare che le gelate 2023 hanno causato fino al 90% di perdite del prodotto. Invece pare che, per tutti i danni dell’anno scorso, AgriCat elargirà 17 milioni di risarcimenti a livello nazionale. Praticamente briciole”.

I respingimenti riguardano aziende che hanno subito danni ben superiori alle franchigie previste, pari al 30 per cento: non si comprende, pertanto, quali siano le motivazioni che hanno determinato il rigetto. In questa settimana, sollecitati dagli agricoltori a cui è pervenuta la Pec di diniego, Confagricoltura Rovigo si è mossa nei confronti della struttura nazionale e regionale, investendo del problema, attraverso il direttore Massimo Chiarelli, il presidente della commissione agricoltura del Senato, Luca De Carlo, sollecitando un suo intervento immediato. Anche la Regione Veneto, come ha informato l’assessore all’agricoltura Federico Caner, si è attivata in tal senso. Pure gli enti Agea e Ismea hanno chiesto la convocazione urgente del consiglio di amministrazione di Agricat per capire cosa sia successo.

“Auspichiamo si tratti di un errore e che AgriCat provveda presto a sanare questa assurda situazione - dice Ballani - le pratiche riguardano aziende reduci da anni di bilanci negativi a causa delle avversità atmosferiche e fitopatie che hanno colpito il nostro territorio dal 2019 in poi. Per queste aziende, che attendono da più di un anno l’erogazione di questi aiuti, si prospetta la chiusura in caso di respingimento dell’istanza. Vanno rivisti i meccanismi di un fondo che avrebbe dovuto dare certezze agli agricoltori, ma che è partito con il piede sbagliato. Tutto il sistema assicurativo sta soffrendo molto, ma non per la mancanza di volontà degli agricoltori di mettere in sicurezza le aziende, bensì per l’incapacità del sistema pubblico di mantenere gli impegni presi”.

C’è tempo fino al 3 ottobre per inoltrare eventuali memorie difensive; se sarà necessario, gli uffici di Confagricoltura produrranno tutta la documentazione atta a dimostrare il danno subito, anche se sarebbe un lavoro enorme da svolgere, dato l’elevato numero di aziende coinvolte, oltre che inutile, considerato che la delimitazione del territorio colpito è stata effettuata già da tempo e non è in discussione.

In provincia di Rovigo sono centinaia le domande per le quali sono richieste integrazioni, ma migliaia e migliaia a livello nazionale - rimarca Ballani - riprendere in mano tutte le pratiche è un lavoro enorme, che potrebbe non condurre all’esito atteso, ma che sicuramente porterà grandi ritardi ad aziende in grande difficoltà: i risarcimenti erano attesi in primavera, e chissà se e quando arriveranno”.

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