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veneto
04.09.2024 - 06:46
La tragica scomparsa di Donata Giacometti, una mamma vicentina di 45 anni, ha scosso profondamente la comunità locale e sollevato interrogativi inquietanti sulle circostanze che hanno portato alla sua morte. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, cercando di fare piena chiarezza su quanto accaduto. La vicenda, che coinvolge due ospedali e numerosi professionisti sanitari, è ora al centro di un'inchiesta che punta a stabilire se ci siano state negligenze o mancanze nel trattamento della paziente.
La mattina del 7 giugno, Donata Giacometti, senza patologie pregresse, ha chiamato il 118 del San Bortolo lamentando forti dolori all'addome. L'ambulanza è arrivata in pochi minuti e alle 11.15 Donata è stata accolta al pronto soccorso. Tuttavia, nonostante i dolori al basso ventre fossero in aumento, la donna è rimasta in attesa per circa cinque ore prima di essere visitata. Solo dopo le 16, i medici hanno rilevato alcuni valori ematici fuori norma, inizialmente compatibili con un'appendicite, poi esclusa.
Dopo altre quattro ore di attesa, il marito di Donata ha deciso - sempre secondo questa ricostruzione dei fatti - di contattare un medico dell'ospedale di San Bonifacio, dove la donna era stata visitata in precedenza. Con il consenso della moglie, Donata è stata trasferita nella tarda serata del 7 giugno all'ospedale veronese. Qui, i medici hanno riscontrato un quadro infiammatorio già piuttosto grave e hanno deciso di monitorarla attentamente. Tuttavia, la situazione è precipitata rapidamente, portando i medici a sottoporla a un intervento chirurgico nella notte tra l'8 e il 9 giugno. Purtroppo, nonostante gli sforzi, Donata è deceduta un'ora dopo l'intervento.
La procura di Vicenza ha acquisito la documentazione relativa al ricovero di Donata al San Bortolo e ha disposto una consulenza al professor Andrea Porzionato dell'Università di Padova. L'esperto dovrà esaminare le cartelle cliniche e le relazioni dei medici per comprendere le cause della setticemia che ha portato alla morte della donna. L'inchiesta è partita dopo l'esposto presentato dalla famiglia di Donata, rappresentata dall'avvocato Gianluca Tencati del foro di Rimini. "A parer nostro ci sono state delle negligenze e delle mancanze nel periodo in cui la signora è rimasta al San Bortolo. Ripeto, ci affidiamo alla procura; che faccia tutti gli accertamenti del caso. Nessuno ha sete di vendetta, ma solo di giustizia", ha dichiarato l'avvocato Tencati.
a salute di tutti i cittadini.
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