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Dehors e decibel, vita dura per i bar

No ai paraventi e musica col contagocce. Per i locali è un salasso e una corsa ad ostacoli

Dehors e decibel, vita dura per i bar

Oltre al danno, la beffa: gli esercizi pubblici che avevano acquistato i paraventi per utilizzare il plateatico, ossia l’area esterna di pertinenza del locale, anche nella stagione fredda, li hanno “parcheggiati” in alcuni magazzini per conservarli al riparo.

E stanno pagando di tasca propria la sosta forzata. Così, nonostante i titolari di bar e locali del centro storico abbiano acquistato le barriere e non le possano utilizzare, perché l’ultimo regolamento che regola gli arredi esterni del centro storico è stato bocciato dalla Soprintendenza lo scorso febbraio, adesso stanno pure pagando per il loro mancato utilizzo. Un nodo, questo, che scotta e al quale l’assessore al Commercio Matteo Zangirolami dovrà trovare una soluzione.

Perché il tempo stringe: arriverà presto il freddo. E le barriere paravento tornerebbero utili agli esercenti per sfruttare il più possibile i plateatici. Tra l’altro, i paraventi sono solo la punta dell’iceberg dei problemi con cui i locali del centro devono fare i conti. E’ quanto spiega Roberto Menin, funzionario di Confesercenti, che sta seguendo in prima linea l’intera vicenda. E che giovedì ha chiesto un incontro al sindaco Valeria Cittadin per affrontare tutte le criticità irrisolte. “Come associazione di categoria – spiega Menin – ho presentato una richiesta scritta di incontro al sindaco non solo per il problema imminente delle barriere bocciate dalla Soprintendenza ma anche per altre problematiche del regolamento dei plateatici, come le pedane a terra, ossia le piattaforme sulle quali viene installato l’arredo del dehors. Anche queste sono fuori regola”. E non è tutto. Perché i problemi, e non è cosa da poco, riguardano anche la possibilità per i locali di fare musica, come disciplinato dal regolamento di cui si è dotato il Comune: “A parte che la procedura per l’autorizzazione a fare musica è stata snaturata rispetto agli anni precedenti – incalza Menin – ed è diventata molto più costosa e complicata da ottenere, ma poi Rovigo è stata divisa in varie ‘zone’. Per fare un esempio, Corso del Popolo, via Cavour e piazza Merlin sono comprese nella stessa zona. E se un locale ottiene l’autorizzazione per fare musica, diciamo in Corso del Popolo, la musica a quel punto non si può fare in altre vie della stessa zona. Il che diventa un bel problema se poi si pensa di animare il centro storico con la musica nei locali”. Insomma, la selva di complicazioni e problemi non sembra di facile soluzione, né sul fronte dell’assetto dei plateatici né su quello delle emissioni sonore. “L’assessore Zangirolami si è detto disponibile a vagliare possibili vie d’uscita sui plateatici. Ma il regolamento per le emissioni sonore è in capo all’ufficio Ambiente gestito dal sindaco. Per questo ho chiesto di incontrarla”, chiude Menin.

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Commenti all'articolo

  • frank1

    07 Settembre 2024 - 11:49

    poi si meravigliano se i bar fanno pagare il bicchierino d'acqua...

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