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IL VIRUS

Il West Nile non molla la presa

Altri tre contagi emersi nell’ultima settimana e salgono a sette quelli nella forma più grave

Il West Nile non molla la presa

Con altri tre contagi scoperti negli ultimi giorni, salgono a 20 i casi accertati di West Nile in Polesine, sette dei quali sono nella forma più grave, quella neuroinvasiva, che ha colpito in particolare gli anziani, perché ben cinque dei pazienti sono ultrasettantacinquenni, mentre uno è nella fascia di età fra i 65 e i 74 anni e uno, invece, fra 45 e 64 anni. Un caso è stato scoperto nell'ultima settimana. Complessivamente, poi, due sono stati i pazienti asintomatici ai quali è stata scoperta la presenza del virus perché donatori di sangue, uno dei quali proprio negli ultimi giorni, mentre sono 11 le persone che hanno sviluppato il virus nella forma febbrile. E, anche in questo ambito, uno è stato accertato nell'ultima settimana. In tutto in Veneto salgono a 100 i casi accertati in Veneto, 32 dei quali in forma grave. Ma nel bollettino regionale compaiono anche altri 14 casi “probabili”, ovvero in corso di accertamento, con il totale che rischia dunque di alzarsi ulteriormente nel giro delle prossime ore.

Il tutto in un'estate che ha visto il virus tornare a circolare in modo insistente, con il numero dei morti già arrivato a 11, con il Veneto purtroppo al primo posto con quattro decessi, seguito dal Piemonte con tre, dall'Emilia Romagna con due, poi uno in Friuli Venezia Giulia e in Calabria. Nonostante questo la mappa della diffusione è stata fortunatamente diversa dagli areali del passato che avevano proprio il basso Veneto e il Polesine come proprio fulcro, mentre quest'anno l'epicentro è stato in Emilia Romagna. Dall'ultimo bollettino della sorveglianza nazionale, emerge come nella settimana dal 29 agosto al 4 settembre siano stati segnalati 64 nuovi casi umani di West Nile Virus, che fanno salire il totale da maggio a 296 casi confermati di infezione nell'uomo in Italia. Di questi, 169 si sono manifestati nella forma neuroinvasiva: ben 102 dei quali Emilia Romagna, mentre 32 in Veneto, poi 10 in Piemonte, 5 in Friuli Venezia Giulia, 4 in Lombardia e altrettanti in Campania, 2 in Puglia e in Calabria, 1 in Sardegna, oltre a 2 casi importati dagli Stati Uniti e 5 dall’Albania.

L'anno scorso di questo periodo il numero di contagi accertati in Veneto era pari a 39, 16 dei quali nella forma neuroinvasiva. In tutto, in Polesine, invece, era emerso solo un caso grave.

Guardando alla diffusione territoriale, dall'ultimo bollettino regionale emerge come la concentrazione maggiore sia ad Adria, con tre contagi, poi due a Rovigo e a Lendinara, poi uno a Ficarolo, Stienta, Occhiobello, Castelguglielmo, Polesella, Badia Polesine, San Martino, Corbola e Porto Tolle. Due i casi anche a Chioggia e due anche a Cavarzere, con la provincia di Venezia che è arrivata ad un totale di 10 casi, uno solo dei quali nella forma neuroinvasiva e gli altri otto in forma febbrile.

Per quanto riguarda la sorveglianza degli “uccelli bersaglio”, oltre alla gazza che era stata intercettata tempo fa, sono state trovate contagiate anche una cornacchia e una ghiandaia, mentre per gli altri uccelli selvatici il numero sale a 7. Gli uccelli sono da tenere sotto osservazione perché rappresentano il serbatoio del virus, mentre le zanzare, quelle “comuni”, non la zanzara tigre, sono l'unico vettore di trasmissione. Proprio a proposito di zanzare, il numero di gruppi, “pool” in gergo tecnico, positivi al virus catturati con la rete della sorveglianza entomologica salgono a 12.

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