Cerca

L’INCONTRO

La lezione del giudice antimafia

Tescaroli: “Oggi la criminalità non alza più la voce: non le conviene”. In sala autorità e politici

La lezione del giudice antimafia

“Oggi la criminalità non ‘alza più la voce’: non le conviene”. In sala autorità e politici

“C’è sempre una logica nell’agire delle organizzazioni criminali, mafia in particolare, anche se è una logica che sfugge alla logica comune”: è la risposta di Luca Tescaroli, procuratore capo a Prato, alla domanda chiave posta da Alberto Garbellini, direttore de “La Voce di Rovigo”, alla presentazione dell’ultimo libro scritto dal magistrato “Pentiti” edito da Rubettino. L’incontro si è svolto nella sala Gabriele Maltarello dell’ostello Amolara, completamente gremita.

Garbellini ha fatto notare che “le stragi che provocarono la morte di Dalla Chiesa e Borsellino sembrano non rientrare nella terrificante logica mafiosa”. Ed ha chiesto: “Sono state azioni dimostrative di onnipotenza o ci sono motivazioni esterne che ancora non conosciamo?”.

La risposta di Tescaroli è partita dalla premessa che come “magistrato resto agli atti giudiziari e non faccio supposizioni di alcun tipo. In effetti la strage di via D’Amelio ha alcune anomalie, ha zone d’ombra non del tutto chiarite. Secondo quanto emerso, ha avuto un’accelerazione, le cui motivazioni non sono ancora chiarite. Tuttavia c’è un filo conduttore nei sei mesi terribili del 1992 che vanno dall’uccisione di Salvo Lima 12 marzo, alle stragi di Capaci 23 maggio e via D’Amelio 19 luglio”.

Per poi osservare: “Anche se certe azioni non sembrano rispondere a una certa logica, la mafia ha capito che ‘alzare la voce’ alla fine paga. Senza dimenticare che siamo in una stagione di grandi incertezze politiche”.

Durante il dibattito grande attenzione è stata data al ruolo dei collaboratori di giustizia, non sempre pentiti e non sempre affidabili. Evidenziando alcune criticità e contraddizioni nella legislazione italiana, Tescaroli ha sollecitato “un intervento legislativo per mettere ordine e per rendere più efficaci certi provvedimenti”.

I primi a raccogliere l’appello sono stati il senatore Bartolomeo Amidei e la deputata Nadia Romeo. Insieme a loro un autorevole parterre di altri rappresentanti istituzionali: dal sindaco Massimo Barbujani, insieme agli assessori Giorgio Crepaldi e Vittoria Paccagnella, al prefetto Clemente Di Nuzzo, quindi il questore Giovanni Battista Scali e i vertici provinciali dei Carabinieri e di Guardia di finanza, rispettivamente Edoardo Campora e Antonio Morelli.

Nel dare il saluto della città, Barbujani ha evidenziato che “il libro non riguarda la storia, ma la realtà attuale”. Da parte sua il prefetto si è soffermato “sulla complessa legislazione dei collaboratori di giustizia e sulla sua concreta attuazione creando non poche difficoltà sia per magistrati e operatori della giustizia, sia sul territorio per amministratori e forze dell’ordine”.

Amidei ha espresso “ammirazione e ringraziamento all’uomo prima ancora che al magistrato per una scelta di vita di sacrificio per sé e la propria famiglia”. Invece Romeo si è detta sicura che “questo libro rappresenta uno strumento non solo per conoscere una realtà complessa ma per aver più chiara la strada da perseguire per interventi legislativi efficaci”.

Tra tanti elementi di preoccupazione, Tescaroli ha rilevato che “negli ultimi 30 anni la lotta alle organizzazioni criminali ha dato risultati significativi, anche se c’è una continua evoluzione alla quale lo Stato deve continuamente prestare attenzione”.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400