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sanità
15.09.2024 - 08:31
Un altro contagio. Un caso nella forma più grave, quella neuroinvasiva, che ha colpito una persona nella fascia di età fra i 65 e i 74 anni, residente a Rovigo. Il West Nile, quest’anno non allenta la sua morsa, anche se con l'arrivo del freddo probabilmente la circolazione del virus scemerà di colpo.
Quello accertato a Rovigo è l’unico nuovo contagio polesano dell’ultima settimana di monitoraggio, uno dei 35 emersi in tutta Italia e che fa salire a 21 i casi accertati di West Nile in Polesine nel corso di questa stagione estiva, dopo che, un anno fa, si era registrata una sostanziale recessione del virus, con appena due casi, uno dei quali in forma febbrile e uno nella forma neuroinvasiva.
C’era stato però anche un lutto, lo scorso ottobre, con il decesso del compianto Lauro Zanetti, storico concessionario di Rovigo. Proprio a causa del West Nile, con un contagio che, però, risaliva all'estate precedente, mentre era in vacanza nel Delta. Poi, un calvario durato oltre un anno, con lungo ricovero in Terapia intensiva, un percorso di riabilitazione, il miglioramento ed il ritorno a casa, fino ad un nuovo peggioramento culminato con il sopraggiungere della morte. Proprio l'estate del 2022, è stata l’estate dei due virus, perché mentre ancora continuava la coda della pandemia Covid, il West Nile, dopo tre anni di sostanziale assenza, è tornato prepotentemente alla ribalta in tutto il Veneto, favorita dalla siccità con il conseguente proliferare di zanzare, che sono l’unico vettore di trasmissione umana, con 500 contagi, 178 dei quali nella forma grave, e 22 morti. In Polesine si erano registrati 36 casi, 24 di febbre e 12 di forma grave, ed era stata la provincia meno colpita dopo Belluno e Verona.
Quest'anno in Polesine, per il momento i casi neuroinvasivi sono arrivati a 8, ben cinque in pazienti ultrasettantacinquenni, due è nella fascia di età fra i 65 e i 74 anni, compreso quello scoperto nell'ultima settimana, e uno, invece, fra 45 e 64 anni. A questi si aggiungono poi, 11 persone che hanno sviluppato il virus nella forma febbrile, uno dei quali è stato anche ricoverato, seppur solo precauzionalmente, e due sono infine i pazienti asintomatici ai quali è stata scoperta la presenza del virus dai controlli periodici in quanto donatori di sangue.
Per quanto riguarda la diffusione dei casi sul territorio provinciale, con il terzo caso accertato Rovigo pareggia Adria, che era già arrivata a tre contagi, poi c'è Lendinara con due e uno a Ficarolo, Stienta, Occhiobello, Castelguglielmo, Polesella, Badia Polesine, San Martino, Corbola e Porto Tolle. Due i casi anche a Chioggia e due anche a Cavarzere, con la provincia di Venezia che fa registrare un'impennata di casi salendo a 16, 9 dei quali in forma febbrile e ben 7 nella forma neuroinvasiva. In tutto il Veneto, i casi neuroinvasivi salgono a 103, 35 dei quali in forma neuroinvasiva. Nel bollettino regionale, si dà conto anche di “casi probabili”, altri 14 casi di febbre e 6 di forme neuroinvasive. Nel report della sorveglianza nazionale, invece, si riporta come Dall’inizio di maggio, sono stati segnalati in Italia 331 casi confermati di infezione da West Nile Virus nell’uomo, dei quali 35 nell’ultima settimana, con 191 che si sono manifestati nella forma neuroinvasiva. Cresce anche il numero dei morti, con altri due decessi che fanno salire il totale a 13, 5 dei quali in Veneto.
Per quanto riguarda la sorveglianza dei casi animali in Polesine, non emergono novità nell'ultima settimana: restano 10 gli uccelli trovati contagiati e 12 i gruppi di zanzare infette intercettati dalla rete della sorveglianza entomologica che si articola in 65 trappole in tutto il Veneto, 11 delle quali in Polesine, a Papozze, Ficarolo, Ceneselli, Porto Viro, Occhiobello, Badia Polesine, Villanova del Ghebbo, Rovigo, Porto Tolle, Guarda Veneta e Adria. Il monitoraggio prende le mosse da maggio e termina ad ottobre, con catture una notte ogni due settimane per ciascun sito.
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