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"Insulto omofobo al prof": ma non è reato

Il tribunale archivia il caso

"Riorganizziamo i tribunali ordinari del Veneto"

Un giovane insegnante di 25 anni dell'Alta padovana, è stato apostrofato con la parola "finocchio" e altre frasi offensive da uno studente, davanti all'intera classe e a un altro docente. Di fronte a tali offese, il professore ha deciso di reagire e di denunciare lo studente per oltraggio a pubblico ufficiale.

Nonostante la gravità dell'episodio, il Tribunale di Treviso ha archiviato il caso, evidenziando un vuoto normativo che lascia impuniti gli atti di omofobia. Se l'insegnante fosse stato offeso per il colore della pelle o per la religione, la denuncia sarebbe stata accolta e lo studente condannato. Tuttavia, in assenza di una legge specifica contro l'omobitransfobia, la giustizia non ha potuto fare altro che archiviare il caso.

Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay LGBT+, Solidale, Ambientalista e Liberale, ha espresso la sua indignazione per l'archiviazione del caso. "Quanto accaduto dimostra che, in assenza di una legge contro l’omobitransfobia, non esiste giustizia per le nostre vittime", ha dichiarato Marrazzo. Ha inoltre fatto appello al Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, affinché applichi la delibera del Partito Gay LGBT+ che prevede una sanzione di 500 euro per i reati di omobitransfobia. Tale delibera è già attiva in oltre 10 comuni, tra cui Morterone, grazie all'impegno di Andrea Grassi, Assessore del Partito Gay LGBT+ e coautore della proposta.

Paola Marotto, presidente del Coordinamento Lgbte Treviso, ha sottolineato come l'impunità consolidi la discriminazione. "Finché impunemente si può offendere una persona lgbtqia+ non abbatteremo il muro della discriminazione", ha affermato Marotto. Ha inoltre evidenziato come tali espressioni offensive non colpiscano solo le persone lgbtqia+, ma anche i loro familiari e amici, contribuendo alla spaccatura della società.


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